La start up IntendiMe ha vinto il Premio Nazionale Innovazione 2015

Dopo aver vinto l’ottava edizione della Start Cup Sardegna, la competizione di idee d’impresa innovative organizzate dalle Università di Sassari e Cagliari, la start up sarda IntendiMe ha conquistato la sessione ICT del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), la più grande e capillare business plan competition italiana oggi all’edizione numero 13, ospitata quest’anno dall’Università della Calabria. IntendiMe porterà a casa in premio un assegno da 25.000 euro.
La business idea, composta da Alessandra Farris, Giorgia Ambu e Antonio Pinese e dai due ingegneri elettronici Riccardo Arciulo e Leonardo Buffetti, quest’ultimo non udente, è un sistema innovativo ed estremamente versatile che ha lo scopo di far sentire tutte le persone con problemi di udito più indipendenti e al sicuro, grazie alla possibilità di ricevere le notifiche dei rumori domestici che li circondano.
Il dispositivo si basa su una tecnologia capace di rilevare le vibrazioni che generano i suoni: basta attaccare una placchetta sulla fonte sonora prescelta e, non appena questa rileverà un suono, si riceverà un avviso tramite vibrazione o illuminazione sul proprio dispositivo da polso e da qui su smartphone e tablet. “Non un applicazione –  sottolinea con forza Alessandra Farris CEO e co-founder – ma un sistema integrato composto da una placchetta ed un bracciale a cui si aggiunge un app che serve per gestire le impostazioni”.

Gli ideatori della start up si sono conosciuti per la prima volta in una campo da rugby durante il percorso formativo-competitivo del Contamination Lab dell’Università. “Era circa un anno fa, eravamo dei perfetti sconosciuti impegnati tra studio e tanti piccoli lavori, con una personalità e una vita molto diversa. Io venivo da un’esperienza di lavoro in Canada. Abbiamo poi avuto una settimana per studiarci l’un l’altro, ci siamo piaciuti e così abbiamo deciso di lavorare insieme” ha raccontato Alessandra Farris. L’idea della startup vuole risolvere un problema reale che risponde ad un’esigenza personale. Entrambi i genitori di Alessandra, infatti, sono sordi e serviva creare qualcosa capace di rispondere alle loro esigenze, sfruttando la piena conoscenza dei problemi legati alla sordità: una disabilità invisibile.
Poco prima dell’esito della competizione il CEO ha raccontato “Non mi aspettavo di pitchare (presentare in pubblico l’idea, ndr). Ero tranquilla perché oggi sarei rimasta solo nel pubblico e invece ci hanno scelti fra i sedici finalisti e tra i quattro ICT. Ansia e emozione come al solito, come se fosse la prima volta. Pitch filato liscio e soprattutto estemporaneo. Non avremmo mai pensato di vincere il CLab, di essere scelti da WCAP (TIM #Wcap Accelerator Roma ndr) né di essere i primi per la Startcup Sardegna. Poi appena mi hanno chiamata sul palco, appena mi sono avvicinata al computer sul palco ho pensato che non poteva essere vero”.
Al Premio hanno partecipato i migliori progetti d’impresa innovativa vincitori delle 18 competizioni regionali (StartCup) che coinvolgono oltre 50 tra università, incubatori e istituzioni, quali il CNR, l’Enea e l’Istituto Italiano di Tecnologia. L’edizione 2015 ha visto la partecipazione di 3.253 neoimprenditori, per un totale di 1.278 idee e 608 business plan presentati. 63 sono state le startup finaliste scelte da una giuria composta da oltre trenta esponenti d’eccellenza del mondo dell’impresa, della ricerca universitaria e del venture capital, sulla base di criteri come originalità dell’idea imprenditoriale, realizzabilità tecnica, interesse per gli investitori, adeguatezza delle competenze del team, attrattività per il mercato.
Alla competizione hanno partecipato anche Carlo Piga, Marco Nieddu e Gavino Balata con Smart Sensory Box, dispositivo per la conduzione informatizzata dei test di analisi sensoriale, sempre nella categoria ICT e Arcolabio, startup che si propone di produrre e immettere sul mercato materiali ecosostenibili, d’interesse artigianale e industriale, nella categoria Cleantech & Energy, team composto da Loredana Cubaiu e Gianfranca Ladu. Entrambe le idee provengono dall’Università di Sassari.
“Al di là dei premi che abbiamo ricevuto noi crediamo molto in quello che facciamo, e speriamo di trasmettere prima di tutto un messaggio per noi molto importante: il mondo dei sordi e quello degli udenti non sono separati”, aggiunge il CEO. Due mondi che spesso risultano non interconnessi ma che grazie a questo sistema possono integrarsi tra loro. Sono partiti da un percorso formativo e non pensavano di arrivare dove sono oggi. “Un percorso che spesso molti prendono sotto gamba e non ne capiscono pienamente il valore” continua Alessandra Farris.

Il team ha soddisfatto un’esigenza ed ora, grazie al premio ricevuto, bisogna passare alla fase di test con le diverse tipologie di sordità di modo da perfezionare il prodotto ed adattarlo alle “diverse esigenze”. “Le persone sorde sono molto contente di questa nostra idea, ed ora dobbiamo continuare a crescere e passare al prossimo obiettivo di modo da ricevere i feedback sul prodotto ed immetterlo nel mercato” conclude il CEO.
Una categoria, quella dei sordi, che spesso viene dimenticata ma che grazie a questo progetto potrà sentirsi perfettamente integrata.

Alessandro Ligas

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