La Sardegna e la sua posizione nell’Universo: è l’Anno della luce

Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2015 l’Anno della Luce e delle sue tecnologie con l’obiettivo di sensibilizzare sul progresso delle tecnologie basate sulla luce e sulle loro applicazioni. Anche la Sardegna ha partecipato a quest’appuntamento grazie all’Osservatorio Astronomico del capoluogo (OAC) e non ha disatteso le aspettative.

L’evento sardo si è chiamato “AstrinLuce” e si è svolto a Selargius nella nuova sede dell’OAC, in via della Scienza 5, dal 9 al 13 novembre 2015. Durante le cinque giornate si è avuto l’opportunità di scoprire le proprietà e l’importanza della luce nella ricerca astronomica.

L’appuntamento è stato organizzato nell’ambito del progetto nazionale INAF “Light in Astronomy” in occasione delle celebrazioni dell’Anno internazionale della Luce, patrocinato e finanziato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, dall’Agenzia Spaziale Italiana, dal Comune di Selargius e dalla Regione Autonoma della Sardegna, tutti enti che a vario titolo hanno collaborato negli ultimi dieci anni a far nascere e crescere l’Osservatorio così come lo vediamo oggi.

Osservatorio-Astronomico-di-Cagliari

Durante le cinque giornate di apertura sono state realizzate presso la sede OAC di Selargius in Via della Scienza, diverse conferenze scientifiche e laboratori che hanno consolidato il rapporto tra l’Osservatorio Astronomico di Cagliari OAC-INAF ed il pubblico dell’area vasta di Cagliari, a partire dalle scuole fino alle famiglie ed ai singoli appassionati.

I numeri. All’evento hanno partecipato oltre 700 persone, che non si sono fatte scoraggiare dalla posizione un po’ fuori mano dell’Osservatorio, e dall’assenza di segnaletica dedicata sulla SS 387. Sono stati oltre 300 gli alunni, provenienti da Selargius e da Domusnovas, che hanno preso parte ai laboratori invadendo gli spazi selargini dell’osservatorio. Tra le conferenze più apprezzate quella su astronomia a raggi X e pianeti extrasolari, tenute da due giovani ricercatori (Bachetti e Aresu) e dal project manager del lander Philae della missione Rosetta. Inoltre hanno riscosso successo, con oltre 350 persone la mostra “Rosetta, a caccia di comete” e la visita ai laboratori tecnologici di OAC/SRT, come anche i laboratori didattici, dedicati alle comete (con la “costruzione” di un nucleo cometario), alle proprietà della luce e all’universo invisibile nelle onde radio, e allo spettacolo al Planetario, che illustrava i campi di ricerca condotti all’OAC.

Storia. Nasce oltre un secolo fa l’Osservatorio Astronomico di Cagliari, esattamente nel 1899, nell’isola di San Pietro come Stazione Astronomica di Carloforte: una delle cinque sedi dell’International Latitude Service – una rete di osservatori situati sul medesimo parallelo geografico (39°08′ N) – che aveva il compito di monitorare la variazione della latitudine del luogo di osservazione, utilizzato come parametro per l’analisi della rotazione della Terra. Nel 1978 c’è un avvicinamento della Stazione alla città del capoluogo con la creazione di un nuovo osservatorio sulla sommità di “Punta sa Menta” a circa 200 metri sul livello del mare in località Poggio dei Pini, a Capoterra, nel medesimo parallelo geografico della sede storica di Carloforte.

Oggi. Oramai la sede di Capoterra non è più in funzione, l’Osservatorio si è trasferito completamente a Selargius e rimangono attive soltanto le cupole di osservazione dell’Associazione Astrofili Sardi. Nel 2013 è stato inaugurato il Sardinia Radio Telescope (abbreviato in SRT) situato nel comune di San Basilio, in provincia di Cagliari. È il radiotelescopio con le maggiori dimensioni (sessantaquattro metri) tra quelli presenti in Italia, le altre antenne quelle di Medicina (Bo) e di Noto (Sr) entrambe di trentadue, ed il più avanzato tecnologicamente. Uno strumento flessibile per la radioastronomia, per gli studi geodinamici e lo studio della scienza spaziale. Recentemente il SRT ha dialogato con la sonda Rosetta, missione spaziale inviata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con destinazione la cometa 67P/ChuryumovGerasimenko, sulla quale, esattamente il 12 novembre di un anno fa, ha sganciato il landerPhilae per studiarne il nucleo, dimostrando le sue enormi potenzialità.

Alessandro Ligas

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