Ichnusa, il veliero sardo ad impatto zero: in viaggio intorno all’Isola per 11 giorni

È partito il 10 dicembre del 2015 alle ore 12.00 con una leggera brezza per rientrare undici giorni dopo. Queste sono state le date del viaggio ecologico intorno alla Sardegna di Mathias Andreas Reiter, a bordo del suo veliero Ichnusa. Una barca ecosostenibile ad impatto Zero, dotata di motore elettrico, energia eolica e fotovoltaica, dissalatore, raccolta differenziata e per l’occasione anche del forno solare di Andrea Mameli. Lui è un ingegnere ambientale classe 1963, laureatosi a Cagliari con lode, ma nato in Germania a Bielefeld nella Renania Settentrionale-Vestfalia, ma da oltre 40 anni residente in Sardegna. “Sono innamorato di quest’isola, del suo mare delle spiagge e della musica” dice Mathias Andreas Reiter.
La barca è stata costruita presso i cantieri Comet di Pesaro nel 1982 come prototipo disegnato da Dick Carter e si caratterizza da una struttura in legno con lo scafo in vetroresina, pozzetto centrale e coperta flush deck, completamente libera e interamente rivestita in teak. Grazie all’assenza dei serbatoi del carburante il veliero dispone di una riserva idrica di settecento litri. L’imbarcazione è stata acquistata nel 2005 grazie ad un finanziamento di Invitalia e da allora è stata trasformata in un’ottica ecosostenibile. “Diverse sono state le modifiche che ho apportato al veliero – racconta lo skipper – a partire dal 2010 e piano piano, anno dopo anno, ho aggiunto piccole migliorie. Come nel 2011 quando ho sostituito il motore diesel con quello elettrico. Ho poi aggiunto dei pannelli fotovoltaici e dei generatori elettrici ed un dissalatore, di modo da rendere la barca un microcosmo autosufficiente”.

Il mezzo. Si tratta di un gioiello per quanto riguarda la tecnologia ma che, come ci ha detto lo skipper, non può che migliorare. “Io – dice Mathias Andreas Reiter – sono stato un pioniere, quasi un punto di riferimento in Sardegna, ed ora sto collaborando con Sardegna Ricerche per sviluppare un motore ad idrogenerazione, che consenta di sfruttare l’elica come se fosse una dinamo do modo che possa ricaricare il motore una volta superati i sei nodi di velocità”. Oggi la braca riesce a produrre 500 kilowatt ma grazie a questo motore si potrà raddoppiare la capacità di generare elettricità garantendole maggiore autonomia.

Il viaggio. Una circumnavigazione durata 11 giorni al 100% ecosostenibile. Circa 500 miglia percorse che corrispondono grosso modo a 1000 kilometri. Partenza e ritorno dal porto di Cagliari: il viaggio ha toccato poi punta Molentis, porto Corallo,Santa Maria Navarrese, golfo di Orosei, porto Cervo, Isola Rossa, Santa Teresa di Gallura, Asinara, Alghero, Carloforte, Calasetta, torre di Piscinnì. Il viaggio si è svolto con il vento in poppa e con il sole in faccia. Giornate faticose e lunghe, soprattutto durante l’inverno, ma che sono state allietate da momenti seri e gioviali come quando il comandante ha intrattenuto l’equipaggio con le note di una canzone struggente dei Pearl Jam o anche da incontri straordinari con i delfini che hanno accompagnato parte del viaggio. Durante la circumnavigazione il comandante ha avuto anche la possibilità di cucinare in modo ecosostenibile grazie al forno solare di Andrea Mameli che per l’occasione ha prestato la sua cucina ecosostenibile.

Il viaggio ecologico è stato raccontato anche dal cortometraggio scritto da Laura Biagini e diretto da Silvia Perra, realizzato nell’ambito dei bandi Heroes 20.20.20 promossi dalla Sardegna Film Commission e dall’Assessorato dell’Industria della Regione Autonoma della Sardegna (POR FESR 2007-2013 – ASSE III – Energia; Azioni di promozione e comunicazione dell’efficienza energetica e del risparmio).

IL TRAILER

TRAILER – Sulla rotta verde – from Mommotty on Vimeo.

Etica ambientale. Sono diversi gli aspetti che hanno portato lo skipper italo tedesco a realizzare la barca ecologica. Tra questi è la sottile differenza che esiste tra le barche a motore e quelle a vela. “Nelle prime ciò che è importante è il raggiungimento dell’obiettivo, come ad esempio un luogo, mentre per le barche a vela è importante il viaggio. Un viaggio in sé che viene vissuto a un ritmo e una velocità “sostenibile” dal punto di vista della percezione dei sensi e che ti permette di godere del ritmo della vela, aspettando il vento, o perdersi nei riflessi, sempre diversi, del sole e della luna nel mare” racconta Mathias Andreas Reiter. Viaggio inteso non soltanto in modo fisico ma anche per lo stravolgimento dello stile di vita e come modo di approcciarsi alla stessa, come il cambiamento di abitudini facendo diventare le rinunce un valore. Un discorso interiore che si rispecchia nelle azioni quotidiane. “Il 95% delle imbarcazioni non usa i serbatoi di accumulo delle acque nere, noi sempre. Nelle imbarcazioni non si svolge la raccolta differenziata, perché i rifiuti dei porti sono definiti speciali e vanno in un unico contenitore, noi siamo gli unici che lo facciamo”, spiega lo skipper.
Mathias parla di una decrescita sostenibile “un modo di dare un contributo positivo per espiare il passato. A 30 anni ho capito che non aveva senso continuare a produrre senza restituire nulla all’ambiente”.

Prospettive. Il futuro della barca è ancora tutto da scrivere ma sicuramente nei sogni dello skipper c’è quello di poter riverniciare la barca con tinte nanotecnologiche o dotarla di vele fotovoltaiche di modo da renderla completamente autonoma dalla banchina, ma anche di potenziare le attuali batterie AGM al piombo con delle nuove al litio più performanti.

Alessandro Ligas

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