Mille volte più efficace dei farmaci attualmente in commercio. È questa la prima certezza sulla sperimentazione in vitro di un nuovo composto chimico per la cura dell’epatite B. A svolgere la ricerca è stato il Consorzio pubblico-privato Cnccs, specializzato in malattie rare legate alla povertà e in screening molecolare.
L’epatite B danneggia soprattutto il fegato, anche in maniera irreversibile, e figura nel’elenco delle patologie sessualmente trasmissibili. È causata dal virus Hbv. Si stima che attualmente i malati siano 280 milioni. Una vera e propria emergenza mondiale a cui il Cnccs dà una speranza. Nei laboratori laziali si è conclusa la fase preclinica che ha già fatto registrare interesse da parte delle multinazionali farmaceutiche. Il Consorzio ha sede a Pomezia. La parte pubblica è formata da Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e Iss (Istituto superiore di sanità); l’azionista privato è la società ‘Irbm science park’.