Diana, dall’Isola l’assistente virtuale per le persone con disabilità psichica

Un assistente virtuale sanitario via app per mobile, tablet e in futuro anche a mezzo Smartwatch. Questo è il progetto DIANA (DIgitAl Nursing Assistant) studiato da Agape Società Cooperativa Onlus, leader nei servizi socio-assistenziali, attraverso il contributo ottenuto con il bando “Microincentivi per l’innovazione e lafabbricazione digitale” 2015 di Sardegna Ricerche.

L’obiettivo dell’applicazione è risolvere uno dei problemi principali del progetto riabilitativo ed educativo del paziente. Ossia quello di verificare quotidianamente e in ogni istante della giornata che il soggetto esegua e si ricordi di eseguire le attività e le azioni prescritte dall’equipe socio-educativa lo segue. Per poter accompagnare i pazienti verranno dotati di un tablet in cui è installata un’app che li guida passo passo. La cartella personale, con le attività schedulate, è presente su un server remoto in modo da essere aggiornata e integrata agevolmente. DIANA, l’assistente virtuale sanitario è un avatar 3D, in grado di chiedere al paziente, all’ora prestabilita, se ha preso la pastiglia, o se, per esempio, si è vestito. Capisce la relativa risposta e la memorizza in un database. I dati raccolti vengono successivamente utilizzati, da DIANA, per realizzare ulteriori elaborazioni utili a migliorare le capacità di autosufficienza del paziente.

Il progetto, primo in Italia e completamente pensato per la disabilità psichiatrica, nasce dalla lunga attività della vcooperativa Agape. La presidente, Annalisa Mascia, descrive il percorso : “durante questi 13 anni di attività è emerso che spesso le ricadute sono legate al rientro del paziente nella propria abitazione. Quando l’utente rientra nel proprio nucleo familiare si ritrova a dover gestire da solo tutta una serie di attività quotidiane, anche basilari, privo di un opportuno supporto domiciliare, motivo per cui il paziente può piombare in una fase regressiva non permettendogli di essere attore protagonista della propria vita, e quindi riportandolo alla precedente esperienza di ricovero in una struttura protetta “. Proprio da queste considerazioni e dall’esigenza di poter supervisionare le abitudini in modo discreto è nato lo sviluppo di questa applicazione ma anche “dal poter creare un’alleanza nuova con il paziente che rientra a casa” aggiunge la presidentessa.

Un progetto che abbatte notevolmente i costi che le Regioni sostengono per reinserire in società il paziente. “Abbiamo tantissimi utenti – sottolinea la presidente – che potrebbero tornare a casa ma purtroppo non sono in grado di potersi pagare ore di servizio domiciliare che ripropongano le stesse attività riabilitative conosciute all’interno degli ambienti protetti delle case famiglia evitando così le ricadute “.

Per lo sviluppo dell’applicazione Agape si è avvalsa della società Athlos s.r.l,esperta in progettazione e realizzazione di sistemi di intelligenza artificiale per la comprensione del linguaggio naturale, e di Entando S.r.l.,società Open Source di sviluppo software Agile Java che offre prodotti orientati a rispondere ai cambiamenti di informazione, socialmedia, mobile e Cloud.

Diana_disabiliAthlos ha curato l’implementazione dell’assistente virtuale DIANA e la realizzazione del sistema di interazione uomo-macchina sviluppando un ambiente multi-paziente. A ciascuno è assegnata una scheda personale con indicate le attività da eseguire ogni giorno con il relativo orario. A tale architettura è poi associato un complesso sistema di Natural Language Processing che consente all’assistente di comprendere le risposte del paziente attraverso l’analisi di similarità, logica e semantica.

Entando ha invece sviluppato la Dashboard che consente il tracciamento e il monitoraggio, sia in tempo reale che a conclusione dei dialoghi tra utente e Virtual Assistant al fine di verificare l’efficacia del programma educativo e eventualmente personalizzare proposte educative alternative indicate nella scheda paziente.

Il progetto ha anche la funzione di “Aggregare i dati e capire se si possono raggruppare in modo omogeneo – clusterizzare – in modo da capire se la terapia funziona – come sottolinea Alessandro Frullio di Athlos-. “Naturalmente – aggiunge – la macchina non si sostituirà al medico, ma sarà di supporto alle sue attività per creare economie di scala”.

I dati. La cooperativa è nata nel 2003, ed ad oggi ha 6 strutture tra residenziali e semiresidenziali, 4 a Quartu Sant’ Elena, una a Cagliari ed una a Selargius, per un totale di 33 posti letto. Sottolinea la presidente della cooperativa: “Forniamo il servizio residenziale alla Asl 8, ai Comuni e ai Privati, dal 2008 ossia da quando la Asl ha bandito la gara d’appalto per l’Abitare Assistito post riforma psichiatrica”. Un periodo consistente che ha permesso di poter testare e tarare direttamente sul campo i diversi livelli di assistenza socio-sanitaria con l’esperienza riabilitativa e psico-educativa maturata dalla cooperativa.

“Recuperare i dati sulla disabilità psichica, in Sardegna ed in particolare nel territorio della Provincia di Cagliari non è semplice – ha aggiunto Annalisa Mascia -. Come riferimento utilizziamo le Linee d’indirizzo per la Tutela della Salute Mentale in Sardegna (Anni 2012-2014)elaborato dall’assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Sardegna. Si stima che circa 50.000 sardi siano affetti da patologie psichiatriche: il 25 % della popolazione ha un disagio psichico e il 2% mostra disturbi psicotici. Circa 20.000 sono i sardi affetti da disturbi psichiatrici alcol-dipendenti e 17.000 quelli che abusano di droghe illegali”.

Il ruolo principale viene naturalmente giocato dai pazienti che “sono entusiasti e molto motivati” – conclude la presidente – “per il fatto che qualcuno gli offra degli strumenti nuovi e la speranza di una vita autonoma, anche se ricordiamo, non da soli, ma con qualcosa (un assistente virtuale) che ti ricorda e ti supporta nelle attività”.

Alessandro Ligas

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