Casteddo-polis: il monopoli cagliaritano tra ‘frastimos’ e ‘monetalla’

Diventare “Casteddario doc” è un obiettivo alla portata di tutti: basta conoscere Cagliari e ‘conquistare’ i suoi monumenti. Come? Con il gioco da tavolo “Casteddo-polis”, liberamente ispirato al più noto “Monopoli”. Il gioco è stato creato dai ragazzi delle classi 3B, 4B,4A e 4I dell’ Istituto Superiore Michele Giua di Cagliari, guidati dai tutor dell’associazione Faberaus e del GiuaLab, il laboratorio di fabbricazione dell’istituto. Per arrivare al risultato finale ci sono voluti due anni di appuntamenti tra il 2017 e il 2018, all’interno di un progetto contro la dispersione scolastica “Cagliari Monumenti Parlanti” (CAMP). Il gioco vuole offrire una visione delle diverse realtà del capoluogo attraverso un tour a 360 gradi che comprende società, tradizione, folklore, politica , sport e in generale gli aspetti socio-culturali della vita cagliaritana. “Il gioco di Casteddo-polis è un modo per far conoscere Cagliari a partire dai suoi monumenti – dico i rappresentanti dell’associazione Faberaus – e dalla sua vita socio-culturale. È stato fatto un interessante lavoro di ricerca sulla città che ha coinvolto sia i ragazzi del Giua che gli stessi tutor, fino alla realizzazione di un prodotto finito. Il tutto grazie a nuovi metodi di studio e strumenti, come il design thinking ,modellazione 3D e disegno grafico”.

Come funziona. Al posto della candela, del fungo, del fiasco di vino del più noto gioco da tavolo i segnaposto sono il “mangone” (fenicottero in sardo), lo scudetto del Cagliari, una corona, una pardula , una barca e una palma. Simboli rigorosamente caratteristici e tipici della città di Cagliari. “È stata fatta una selezione per macrotemi – aggiungono dall’associazione –. Ci siamo chiesti da quali punti di vista far conoscere Cagliari: c’è lo sport, la religione, la politica, la gastronomia e altri. Per ognuno di questi temi abbiamo scelto un simbolo. Ad esempio. Lo scudetto rappresenta lo sport, quando il Cagliari lo ha vinto nella stagione 1969/70 e il fenicottero uno degli animali presenti e caratteristici della città del sole”. I segnaposto sono tutti rigorosamente stampati in 3d e scandiranno i momenti e le strategie dei giocatori. Il tabellone è diviso in due parti: nella parte esterna sono presenti 9 caselle suddivise in due colori per lato che rappresentano i quartieri della città e nella parte centrale una serie di monumenti stampati in 3d come la chiesa di Bonaria, la chiesa di Sant’Anna, la basilica di San Saturnino, il palazzo Vice Regio, il palazzo comunale Ottone Bacaredda. Alcuni sono anche visualizzabili con la realtà aumentata, ossia da inquadrare con la fotocamera dello cellulare attraverso l’uso di una app, come la Cagliari Arena (il nuovo stadio), il T hotel, il Bastione di San Remy, l’anfiteatro Romano, il castello San Michele e la Torre San Pancrazio, per citarne alcuni. Agli angoli della plancia ci sono delle “botole” che permettono di entrare nella parte interna. Ogni giocatore avrà a disposizione un numero variabile, a seconda del numero dei giocatori, di carte “quartiere” (che rappresentano le caselle) e di “monetalla” (la valuta del gioco) e una carta obiettivo.

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Tutte le regole. All’inizio ogni partecipante – massimo sei – posiziona la propria pedina su uno dei quattro “Via” presenti nella tavola che rappresentano i quattro punti di ingresso e uscita della città. Ci si muove a turno, in senso orario, con il segnaposto in base al punteggio ottenuto col dado. A seconda della casella su cui si capita sarà possibile comprare un quartiere se è ancora libero, riscattare dieci “monetalla” se il quartiere è proprio, pescare una carta “frastimos” o “probabilidades” (l’equivalente delle carte “imprevisti” e “probabilità” del Monopoli), pagare il pedaggio sul quartiere di un avversario, entrare a Casteddu grazie alle botole e di conquistare monumenti attraverso un ulteriore tiro di dadi. Il gioco procede così tra acquisti, pagamenti di pedaggi e trattative dei monumenti. Tra le probabilità c’è anche il martire di Nora Sant’Efisio, che non rappresenta un monumento da conquistare, ma la tradizione per la sua festa. È una carta visualizzabile attraverso la realtà aumentata che “benedice i giocatori”. Di particolare curiosità sono le carte dei “frastimos” che indicano azioni negative che il giocatore deve eseguire come “boga su dinai” (traducibile con “tira fuori i soldi” o “dammi i soldi”) oppure “mischino. Perdi tutti i soldi”. Carte che possono far perdere tutti ciò che si è guadagnato, i monumenti conquistati, o far pagare tasse aggiuntive. Tutto applicato alla realtà di Cagliari. Vince chi riesce a conquistare i tre monumenti assegnati dalla carta obiettivi. Come per il più noto gioco da tavola della “Editrice Giochi” si può uscire dal gioco anche per bancarotta e perdita di tutto il denaro. Se questo avviene nel caso di partita con due giocatori l’avversario vince per arresa. Ad oggi la scatola con il gioco è a disposizione in uno dei locali del centro.

I laboratori CAMP che hanno dato origine al gioco da tavolo sono stati sovvenzionati col PAC Sardegna – tutti a Iscol@ linea B2.

Alessandro Ligas

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