Accenture, un polo da 500 dipendenti. Assessora Zedda: “Investire nel futuro”

Cinquecento dipendenti, su sedicimila in tutta Italia, che forniscono soluzioni tecnologiche avanzate ad oltre sessanta aziende italiane e multinazionali. Questo è oggi l’Advanced Technology Center di Cagliari realizzato cinque anni fa da Accenture e Avanade, joint venture tra Microsoft corporation e Accenture Llp: un’eccellenza del territorio sardo che si inserisce in una rete internazionale di 50 poli di ricerca e sviluppo. Risultati importanti festeggiati questa mattina al Teatro Massimo di Cagliari dal presidente e ad di Accenture Italia Fabio Benasso, presenti l’assessora al Lavoro Alessandra Zedda e la rettrice dell’Ateneo cagliaritano Maria Del Zompo. “Oggi celebriamo la tappa di un percorso iniziato cinque anni fa nel quale abbiamo scommesso con l’aiuto delle istituzioni e dell’università – spiega Benasso -. Un investimento sul talento e la qualità del capitale umano dei giovani laureati e diplomati sardi, su uno spazio non occupato da altre aziende”. Il polo di Cagliari, sottolinea ancora l’ad, “ha raggiunto l’obiettivo di diventare un tassello di una partita più grande riuscendo a connettersi a un’azienda internazionale, valorizzando la realtà locale in un contesto più ampio”. A Cagliari si lavora sulle tecnologie del cloud, dell’intelligenza artificiale e analytics. I cinquecento di Advanced Technology Center arrivano in gran parte dall’Università del capoluogo sardo. Circa il 70 per cento è laureato in materie Stem (Ingegneria, Informatica, Statistica, Matematica e Fisica) con età media di 30 anni. Non solo: il centro è stato in grado di far rientrare in Sardegna professionisti che avevano iniziato il loro percorso fuori dall’Isola. Altro dato rilevante: il 90% degli stage attivati dall’azienda viene convertito in contratti di lavoro. “Accenture e Avenade hanno davvero deciso di investire sulla Sardegna – commenta Alessandra Zedda -, ciò che è stato messo in campo non è stato facile, abbiamo conosciuto Accenture dai primi passi nell’Isola. Oggi si parla di 500 giovani talenti, ma il futuro continua da qui, in questo credo molto, nel valore del lavoro che può rafforzare tutti se riusciamo a non delocalizzarlo”.

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