“A Scuola di OpenCoesione”: cinque classi sarde ‘a guardia’ dei soldi pubblici

Sono cinque le scuole sarde che quest’anno parteciperanno al progetto “A Scuola di OpenCoesione” (Asoc) il percorso didattico che ha l’obiettivo di formare cittadini consapevoli. Come? Dando competenze e conoscenze che li possano guidare nelle attività di monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici. Tre sono della provincia di Nuoro: l’Istituto di Istruzione Superiore “Sebastiano Satta” di Macomer, l’Istituto Tecnico Commerciale “Salvatore Satta” di Nuoro e l’Istituto professionale di Stato per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale “Fratelli Costa Azara” di Sorgono, una della provincia di Olbia-Tempio, il Liceo Linguistico “Antonio Gramsci” di Olbia ed infine una della provincia di Sassari, il Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Alghero. Cagliari, Sulcis Iglesiente, Ogliastra e Medio Campidano, invece, a mani vuote.

Nel concreto è un percorso che unisce diversi ambiti: educazione civica, competenze digitali e il data journalism, con i contenuti delle materie studiate nell’istituto superiore filtrate dalle competenze trasversali quali lo sviluppo del senso critico, il problem-solving, il lavoro di gruppo, le abilità interpersonali e comunicative. Un cammino articolato in cinque tappe in classe dove si imparerà a progettare, approfondire, analizzare, raccontare e coinvolgere, a cui seguiranno quindici ore di lavoro indipendente, un’esplorazione sul territorio e un evento finale.

Il primo ciclo di sperimentazione si è svolto nel 2013/2014 e si è concluso a maggio coinvolgendo sette istituti di istruzione secondaria situati su tutto il territorio nazionale (a Palermo, Napoli, Bari, Roma, Firenze, Bologna, Trento). Mentre il secondo ciclo ha visto la partecipazione di 86 scuole in tutto il territori nazionale tra cui sei sarde. Di queste una, il liceo Giorgio Asproni di Nuoro con il progetto “Pratzas de Janas: valorizzazione urbanistica, paesaggistica e culturale di piazze ed edifici del centro di Nuoro”, si è posizionata tra le migliori 10, in quinta posizione, a livello nazionale.

Ma nel concreto? I ragazzi della scuola barbaricina, ad esempio, hanno monitorato le fasi di un progetto che ha coinvolto la loro cittadina. Il progetto prevedeva un intervento architettonico e di riqualificazione urbana, riguardante le piazze del quartiere di Santu Predu (San Pietro) e la zona del centro intorno a Piazza Satta e a Corso Garibaldi con l’obiettivo di aumentare la competitività di piccoli centri inseriti in un contesto ancora arretrato e fortemente rurale.

I risultati. Gli studenti hanno intervistato chi vive gli spazi e dalle interviste è emerso come c’è stato un netto miglioramento delle piazze ma non mancano le critiche. I cittadini chiedono infatti maggiori spazi verdi perché il granito domina i luoghi pubblici della città e si sono lamentati della vivibilità, della diminuzione dei parcheggi e della limitata manutenzione. Critiche che hanno trovato riscontro nel sopraluogo che ha mostrato come nella scalinata di via Matteotti o nella fontana di piazza “Crispi” non scorre più l’acqua a ricircolo. Nella via Matteotti si sono registrati diverse problematiche relative alla forniture elettriche delle abitazioni private per via dei lavori, ma soprattutto si sono riscontrati diversi episodi di vandalismo.

Le altre scuole partecipanti come gli Istituti tecnici Leonardo da Vinci con il Besta di Cagliari hanno monitorato le fasi della realizzazione della linea 3 della metropolitana di Cagliari 3 (Gottardo-Policlinico) riscontrando un lieve ritardo nella consegna dei lavori (11 giugno 2014) previsti per maggio 2014 ma senza mettere in evidenza le cause. Il progetto è stato inaugurato il 14 febbraio 2015 e ha pienamente raggiunto gli obiettivi che si prefiggeva ossia collegare la sede del Policlinico-Cittadella Universitaria con una parte dell’Area Vasta della città di Cagliari, attraverso la metropolitana di superficie.

I monitoraggi compiuti dai ragazzi non hanno avuto confini ed hanno spaziato da quello della 3 D dell’Istituto E. Fermi di Nuoro che ha voluto fare un’indagine sull’utilizzo della robotica nella chirurgia dell’ospedale San Francesco di Nuoro, a quello di della 5E che ha monitorato il progetto “Ecocentro Nuoro”, struttura che ad oggi non risulta ancora operativa. Mentre l’Istituto tecnico Salvator Ruju di Sassari si è concentrato sul monitoraggio di una struttura per anziani (Rsa) del Comune di Sorso (attualmente in costruzione) dal punto di vista tecnico e contabile.

Il caso Olbia. Le classi IV M e II A del Liceo linguistico Antonio Gramsci di Olbia hanno lavorato su un tema che è diventato di attualità: i lavori di messa in sicurezza dell’abitato di Olbia a seguito dell’alluvione del 18 Novembre 2013. Tre sono le domande che i ragazzi delle classi avrebbero voluto porre alle istituzioni e ai responsabili che hanno finanziato il progetto scelto e che riproponiamo “1) Vista la necessità di modificare il progetto iniziale, quali sono i tempi necessari alla realizzazione delle opere? 2) Ritenete che la mancata realizzazione di quest’opera possa essere stata influente rispetto all’alluvione? 3) Pensate che l’intervento previsto possa concretamente attenuare o eliminare gli effetti di un’eventuale alluvione?” Domande che avrebbero meritato una risposta soprattutto leggendo i dati presenti sul sito Open Coesione che mostra come soltanto il 7% dei finanziamenti siano stati spesi, si sottolinea il fatto che i dati sono relativi al 30/06/2015 e che ad oggi la spesa effettiva potrebbe essere maggiore, ma si deve tener conto che il progetto è finito a maggio 2015.

Ora non ci resta che aspettare i risultati dei nuovi monitoraggi con la speranza che questi non restino soltanto degli esercizi fini a se stessi ma che spronino le amministrazioni a una maggiore efficienza.

Alessandro Ligas

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