Le onde gravitazionali da Sos Enattos: l’osservatorio nella miniera dismessa

Allo scopo di realizzare un osservatorio di onde gravitazionali di terza generazione, l’Einstein Telescop, in grado di osservare i processi cosmici con sensibilità mai raggiunte finora, un team multidisciplinare guidato da ricercatori dell’Istituto nazionale di Geofisica, dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare e dell’Università di Sassari, ha condotto uno studio sulla miniera metallifera ormai dismessa di Sos Enattos in Sardegna, grazie al supporto di Igea, società che ora la gestisce. Sos Enattos, che si trova immerso in un paesaggio di rara bellezza nella provincia di Nuoro a breve distanza dal Monte Albo, dichiarato dall’Unione Europea “sito di interesse comunitario”, è il sito italiano candidato ad ospitare il nuovo osservatorio. Lo studio aveva l’obiettivo di caratterizzare sismologicamente il sito di Sos Enattos e ha dimostrato la sua piena idoneità a ospitare Et.

I risultati dello studio – “A seismological study of the Sos Enattos area – the Sardinia candidate site for the Einstein Telescope” sono stati appena pubblicati sulla rivista internazionale Seismological Research Letters. Einstein Telescope sarà uno strumento ad altissima sensibilità che contribuirà in modo decisivo a migliorare la nostra conoscenza dell’universo e dei processi fisici che lo governano. Per questo sarà in grado di svolgere un ruolo chiave a livello mondiale nell’attività di ricerca nel campo delle onde gravitazionali, dal punto di vista sia scientifico sia infrastrutturale. Pertanto è considerato dalla comunità scientifica europea un progetto strategico ed è sostenuto da diversi paesi tra cui l’Italia. Per operare al meglio delle sue potenzialità, l’osservatorio Et dovrà essere realizzato in un’area geologicamente stabile e scarsamente abitata: le vibrazioni del suolo (di origine sia artificiale che naturale) possono, infatti, mascherare il debole segnale generato dal passaggio di un’onda gravitazionale. I siti candidati ad ospitarlo sono due: la Sardegna con Sos Enattos, appunto, e il Limburgo – regione al confine tra Belgio, Germania ed Olanda.

“Caratterizzare sismologicamente un sito – spiega Carlo Giunchi, ricercatore – significa identificarne il rumore di fondo causato dalle vibrazioni naturali e dall’attività antropica. Abbiamo dunque installato, in collaborazione con Infn e l’Università di Sassari, alcuni sismometri presso la miniera di Sos Enattos per analizzare, fin nei valori minimi, l’ampiezza e la frequenza delle vibrazioni e comprenderne le sorgenti principali. Dalle registrazioni effettuate è emerso che ci troviamo in uno dei siti più silenziosi al mondo, caratteristica che lo rende particolarmente adatto per l’installazione del telescopio Et giacché esso solo in tali condizioni massimizza le sue capacità di rilevamento degli eventi cosmici. Inoltre, uno dei sensori installati è entrato a far parte della Rete sismica nazionale dell’Ingv, che si arricchisce così di una stazione di misura di elevata qualità”.

“Lo studio delle onde gravitazionali – prosegue Luca Naticchioni – è molto importante perché permette di far luce su fenomeni cosmici come la fusione di sistemi binari di buchi neri e di stelle di neutroni, fornendo informazioni preziose, tanto per la fisica fondamentale quanto per lo studio dell’evoluzione dell’universo. Questi fenomeni, che avvengono a distanze enormi, provocano perturbazioni nel “tessuto” dello spaziotempo che possono essere osservate da terra mediante interferometria laser con rilevatori estremamente sensibili e complessi”.

“Il passaggio successivo – aggiunge Domenico D’Urso dell’Università di Sassari – sarà quello di caratterizzare il sottosuolo del sito in oggetto perché il grande rivelatore di onde gravitazionali sarà costituito da un sistema di gallerie sotterranee disposte a triangolo che ospiteranno degli interferometri laser ad altissima precisione. Queste rilevazioni saranno necessarie per capire come mettere a punto il sistema di gallerie, individuando al contempo le sorgenti del rumore e minimizzare i relativi effetti”.

 

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