Tirrenia, vertice con Pigliaru. L’ad conferma: “Sede in Sardegna”

“Un incontro doveroso per le ambizioni di sviluppo turistico e non solo della Sardegna: tutti abbiamo da guadagnare da tariffe moderate, e anche chi copre il trasporto può avere vantaggi”. Così Francesco Pigliaru al termine del tavolo con Tirrenia-Cin sul caro-traghetti, nel corso del quale i vertici della compagnia di navigazione hanno confermato che, conclusi alcuni adempimenti tecnici societari, la sede sarà trasferita in Sardegna.

“Norme contestabilissime regolano l’attuale situazione tariffaria – ha detto il presidente della Regione riferendosi alla convenzione per la continuità territoriale marittima – in questa fase non possiamo che sollecitare la modifica di queste norme”. Secondo Pigliaru, “l’effetto prezzo importante, può ridurre il potenziale di spesa in loco o scoraggiare a venire in Sardegna rispetto a scelte alternative sempre più raggiungibili”. Il governatore ribadisce quanto affermato esattamente un anno fa a bordo del traghetto Janas, in occasione della conferenza con la stampa organizzata da Conftrasporto e Tirrenia. “Su tratte per cui è previsto il sussidio pubblico ci si aspetterebbe minore varianza intorno a questa media – ha aggiunto – continuità significa certezza di frequenze e di prezzi, quindi è incoerente pagare un giorno 20 e l’altro 350, incoerente col concetto di continuità”. Quindi, “in attesa di scrivere altre regole, troviamo meccanismi di moderazione per non dare segnali di una Sardegna costosa”.

A conclusione dell’incontro che si è svolto oggi, l’amministratore delegato di Tirrenia Massimo Mura aveva sottolineato – dati alla mano – che non c’è stato un aumento delle tariffe rispetto al 2017. Dopo il vertice Mura è stato sentito in commissione Trasporti, dove ha ribadito ciò che aveva già annunciato l’armatore Vincenzo Onorato qualche giorno fa: “Al termine della fusione con Moby, Tirrenia-Cin tornerà sicuramente in Sardegna, ritrasferendo la sua sede legale, con un impatto positivo raddoppiato per la Regione, sia in termini di gettito fiscale, volume d’affari e di qualità del servizio”.

“Abbiamo avuto una complessa operazione di fusione per incorporazione fra Cin-Tirrenia e Moby, incardinata presso il Tribunale delle imprese di Milano – ha spiegato Mura – che richiede una serie di passaggi tecnico-giuridici, legali e finanziari (tutti agganciati alla sede legale) da seguire al massimo livello, anche per garantire la chiusura nei tempi brevi che ci siamo dati, al massimo entro il prossimo novembre”. Anche durante l’audizione Mura, che ha incontrato la Giunta in un altro tavolo, ha ribadito la disponibilità ad attivare un tavolo tecnico sulle tariffe, fermo restando, ha precisato, che “i prezzi praticati dalla compagnia sono sottoposti alla vigilanza dei ministeri firmatari della convenzione ancora in vigore”.

“Prendiamo per buone le dichiarazioni dei vertici di Cin-Tirrenia ma – ha detto il presidente del parlamentino, Antonio Solinas (Pd) – terremo alta l’attenzione sul tema dei trasporti marittimi, ricordando fra l’altro gli impegni assunti dalla stessa compagnia per una società di navigazione sempre più sarda (il mantenimento della sede legale nell’Isola era fra questi) al di là del quadro contrattuale vigente che, purtroppo, esclude ancora la Sardegna. Da questo punto di vista ritengo inaccettabile ogni ipotesi di nuova convenzione che non comprenda la Regione fra le parti firmatarie”.

 

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