Un momento di riflessione dopo che il Consiglio dei ministri ha impugnato alcuni articoli della legge regionale sugli appalti: a sottolinearne la necessità, a quasi due settimane dalla decisione del governo, è l’Associazione sarda enti locali, che in una nota ricorda le norme contestate: l’articolo 34 (Nomina e requisiti del responsabile di progetto); il 37 (Nomina Commissione giudicatrice); il 39 (Linee guida e codice regionale di buone pratiche); e il 45 (Qualificazione delle stazioni appaltanti). Anche “per evitare di incorrere in errori che in qualche misura potrebbero compromettere la regolarità delle procedure”, Asel fa sapere di aver “affidato ai propri consulenti il compito di valutare con particolare attenzione le norme impugnate e le ricadute nei confronti dell’operatività dei Comuni sardi nell’applicazione delle nuove norme regionali”. E ha annunciato la programmazione di un seminario sugli appalti pubblici in Sardegna, “i cui termini faremo conoscere tempestivamente nei dettagli”.
Il via libera del Consiglio regionale al provvedimento risale al 7 marzo scorso. Il padre della legge, l’ex assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, l’aveva salutata come “una grande legge nazionale della Sardegna”. Dopo l’impugnazione di alcuni articoli, lo stesso Maninchedda aveva sottolineato che, comunque, “la sostanza della nostra legge è passata”, in particolare “l’impianto normativo che consente di dar forma all’Anas sarda”.