“Professionisti e rappresentanti delle associazioni dei pazienti diabetici sono stati convocati per una valutazione della situazione organizzativa”. Lo dichiara l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, dopo l’interrogazione depositata stamattina dal Partito dei Sardi che invitava a iscrivere il tema come primo nell’Agenda della Giunta. “Siamo consapevoli dei dati sull’incidenza della malattia nella nostra regione – aggiunge – e per questo, tra le prime cose fatte in questa legislatura, c’è stata la ricostituzione della Consulta diabetologica, cui affidare il compito di lavorare su linee guida che dessero una risposta efficace e uniforme ai tanti pazienti”.
Su farmaci e strumenti innovativi: “Quali dispositivi prescrivere, acquistare, utilizzare sono indicati da chi quotidianamente si occupa di persone con questa patologia”. Peraltro già ora lo specialista può decidere di prescrivere determinati presidi anche in deroga alle disposizioni regionali, laddove ritenesse fosse indispensabile per il paziente”, conclude Arru.
A stretto giro è arrivata la dura replica del capogruppo del PdS in consiglio regionale, Gianfranco Congiu, attraverso una dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa Dire. “Giudichiamo irresponsabile la presa di posizione e l’atteggiamento dell’assessore Arru. Dato che il tema sui diabetici è veramente delicato, ci riserviamo di depositare urgentemente una mozione in Consiglio regionale. Se dovessimo farla ora sarebbe di sfiducia, domani mattina non lo so. È comunque necessario che si parli in aula pubblicamente di questo tema”.
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere Augusto Cherchi, primo firmatario dell’interrogazione illustrata questa mattina dal Pds durante l’incontro con i giornalisti: “La dichiarazione di Arru è scomposta e fuori luogo. Parla di Consulta, però dovrebbe dire anche quante volte è stata convocata, vista che l’ultima convocazione risale a circa un anno fa. E trovo quanto meno schizofrenico il fatto che prima si mettano delle limitazioni per le le prescrizioni dei farmaci, e poi si dica che i medici sono liberi di prescrivere come vogliono”. Conclude Cherchi: “Non è possibile che nelle altre regioni d’Italia diano i sensori, e in Sardegna no. È evidente dalla risposta data, che ad Arru mancano gli argomenti. Ma su questa battaglia, etica e morale, non intendiamo fare passi indietro”.