La luna di Paolo Zucca brilla a Berlino: Sardegna sempre più terra di cinema

Si concludono oggi i 5 giorni di proiezioni che hanno acceso i riflettori sulla sesta edizione dell’Italian Film Festival di
Berlino. I sette film presentati durante la kermesse, durata dal 13 al 17 novembre, sono: Il traditore di Marco Bellocchio (film designato dall’Italia alla corsa per l’Oscar come miglior film straniero), Il primo re di Matteo Rovere, La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco, Santiago, Italia di Nanni Moretti, Il campione di Leonardo D’Agostini, L’uomo che comprò la luna di Paolo Zucca, Bangla di Phaim Bhuiyan.

Tra gli ospiti di questa sesta edizione Luigi Lo Cascio, Leonardo D’Agostini e Marco Tardelli, Filippo Gravino, i cagliartiani Paolo Zucca e Jacopo Cullin. Il programma della giornata odierna prevede l’assegnazione del premio Italia (promosso da Enit, tra i principali partner del festival) che sarà annunciato durante la serata alla quale seguiranno una serie di eventi speciali e collaterali, che si concluderanno a ridosso del Natale. L’uomo che comprò la Luna, pellicola protagonista del festival, è un film del 2018 diretto da Paolo Zucca, regista e sceneggiatore cagliaritano, classe 1972. Il film, che al suo debutto è stato un successo, è una commedia surreale e poetica, scritta insieme a Barbara AlbertiGeppi Cucciari, che ha ricevuto anche il sostegno della Sardegna Film Commission, strumento di promozione della cultura cinematografica e audiovisiva nel territorio regionale, ma anche investimento per la tutela e la valorizzazione ambientale.

La storia è quella di una coppia di agenti segreti italiani (Stefano Fresi e Francesco Pannofino) che riceve una soffiata dagli Stati Uniti: pare che qualcuno, in Sardegna, sia diventato proprietario della luna. “Un pescatore sardo ha promesso la luna alla donna che ama. E i sardi le promesse le mantengono”. I due agenti reclutano un soldato (Jacopo Cullin) che, dietro falso nome di Kevin Pirelli e un marcato accento milanese, nasconde la propria identità sarda: si chiama, in realtà, Gavino Zoccheddu. Per trasformarlo in un vero sardo viene ingaggiato un formatore culturale bizzarro, impersonato dal comico Benito Urgu. Zucca ha spiegato che il film “vuole prima di tutto divertire. Secondo i canoni di ‘Il viaggio dell’eroe’ il film racconta della crescita interiore di un eroe sui generis e del suo picaresco viaggio verso la scoperta e la riappropriazione di una cultura, di una storia e di un sistema di valori altri”.

L’idea della storia è nata “dal trafiletto di un giornale sulla vendita di lotti sulla luna da parte di una società americana. A poche centinaia di metri da casa mia, costa occidentale sarda, sul mare di adagia una vasta distesa di roccia calcarea bianca e solcata da crateri, proprio come la luna. Così ho immaginato che la luna fosse anche un po’ mia e di tutti i poeti. Poi, scoperte le sorprese che si nascondono tra le pieghe del diritto internazionale riguardo a spazio e corpi celesti, ho trovato la chiave dell’intreccio che, anche se assurdo, ha un fondamento legale e politico, oltre che metaforico”.

In quest’opera, secondo lungometraggio di Paolo Zucca, le riprese hanno riguardato molte località della Sardegna, tra le quali Cagliari, Santu Lussurgiu, S’Archittu e San Salvatore di Sinis. Un momento di successo, dunque, per cinema e la Sardegna, considerando anche la recente presentazione della nuova pellicola: Come se non ci fosse un domani, realizzata in collaborazione tra Nicola Alvau, i fratelli Manca (che hanno scritto la sceneggiatura) e Igor Biddau alla regia, il cui brano ufficiale è firmato Tazenda, affermato gruppo isolano, che ha partecipato alla presentazione sassarese. Anche in quest’opera protagonista è la Sardegna: location naturale ideale, grazie alle sue bellezze paesaggistiche e architettoniche. L’idea di Come se non ci fosse un domani è dichiaratamente quella di accendere un faro sulle infinite potenzialità di questa terra, cercando di raccontare la Sardegna contemporanea, fatta non di solo mare, ma anche di un tessuto culturale e produttivo in continuo fermento: il film è stato infatti infatti realizzato anche grazie alla collaborazione e al sostegno di una serie di aziende sarde in espansione.

Il cinema può quindi davvero rappresentare per la Sardegna uno strumento di crescita economica e contribuire alla promozione delle ricchezze ambientali e culturali dell’Isola, oltre a valorizzare registi e operatori del cinema regionale, che negli ultimi anni sono stati apprezzati a livello nazionale e internazionale. Strutture come la Sardegna Film Commission garantiscono inoltre supporto logistico, assistenza, figure professionali specializzate corollario perfetto alla suggestione di paesaggi e alle location indimenticabili per ogni tipo di produzione. In cantiere vi è inoltre il progetto di istituire un Centro di Cultura Cinematografica con la finalità di conservare e diffondere il patrimonio cinematografico e audiovisivo, a cominciare da quello legato tematicamente o per autore alla Sardegna, nonché dare impulso al settore legato alla produzioni audiovisive, dal cinema alla pubblicità.

Gaia Dallera Ferrario
https://www.instagram.com/gaiafe/

[Foto Francesco Piras]

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