Isola di Budelli, il custode Morandi: “Ho chiesto ad Harte di ripensarci”

“Sapere che Michael Harte abbandona questo progetto per me è una grande delusione. Io ci speravo, anzi ero certo che avrebbe valorizzato questo luogo”. Lo dice alla Stampa Mauro Morandi, unico abitante e custode di Budelli, sottolineando di aver scritto all’imprenditore neozelandese chiedendogli di ripensare alla scelta di abbandonare i suoi progetti nell’isola. Prima Harte aveva acquistato l’isola per circa 3milioni di euro, poi ha ritrattato. In ballo c’era un progetto definito “ambientalista” che aveva, però, fatto storcere il naso a molti. Perché l’ipotesi è che dietro ci fossero intenti speculativi.

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“Spero che aspetti la decisione della Regione sui vincoli da imporre”, spiega. “Il progetto di Michael Harte era l’unico in grado di dare un futuro a questo territorio. Qui non ci sono speranze se non si valorizza il patrimonio ambientale. E lui voleva fare proprio questo. Avrebbe garantito tanti posti di lavoro, avrebbe fatto conoscere Budelli nel mondo e avrebbe fatto arrivare qui chissà quante migliaia di turisti. L’avevano capito tutti: la gente e anche il sindaco. Solo il parco ha fatto di tutto per far fuggire quest’uomo”, dice Morandi. “Finora si sono preoccupati soltanto di fare la guerra a Michael Harte. Di quest’isola mi prendo cura da solo. Io raccolgo i rifiuti, io controllo che la spiaggia rosa venga rispettata come merita. Le guide ci sono solo pochi mesi e per poche ore al giorno. Per tutto il resto dell’anno, i turisti si presentano nella mia capanna per chiedere informazioni”. Harte, prosegue il custode, “voleva fare di Budelli un santuario della natura. Aveva in mente di creare un centro di ricerca. Io sono sicuro che non avrebbe danneggiato neanche una foglia. Harte è un uomo che ha davvero grande rispetto dell’ambiente”. “Adesso faranno un’altra asta e chissà chi arriverà. Magari uno speculatore vero”.

La posizione di Legambiente. L’associazione ambientalista ha sottolineato che “non è il titolare della proprietà del bene che ne garantisce la tutela, ma i vincoli che lo Stato è riuscito ad apporre su quel bene e la capacità di gestione del bene stesso”.

“Questa vicenda conferma in maniera chiara – dichiara la presidente di Legambiente, Annalisa Colombu – quanto la nostra associazione ha sempre sostenuto. Il problema non riguarda la proprietà dell’isola ma l’osservanza delle norme di salvaguardia. Nel novembre del 2013 affermavamo che ‘Budelli è privata da sempre, se si considera la giovane storia, esattamente come le altre isole dell’Arcipelago di La Maddalena. Lo è dalla metà dell’800, frazionata e assegnata a privati disposti a rendere le terre maggiormente produttive dal punto di vista agricolo e pastorale e quindi ereditata e venduta più volte senza che questo abbia in alcun modo intaccato la sua bellezza e integrità. Era privata nel 1986, quando le società immobiliari proprietarie presentarono il piano di fattibilità per la realizzazione di un insediamento residenziale intorno a Porto Madonna, su Budelli, Santa Maria e Razzoli, che prevedeva 50.000 metri cubi di residenze, ed era privata nel 1992, quando venne messa in vendita per la prima volta. Eppure è rimasta intatta e può oggi vantare il ruolo simbolico che le viene riconosciuto nell’Arcipelago non in virtù di una proprietà pubblica ma in forza di norme e vincoli che, a tutti i livelli, hanno sinora difeso in maniera efficace un interesse pubblico anche a fronte della proprietà privata”.

“Lo stesso vincolo che ha difeso Budelli in tutti questi anni – aggiunge Sebastiano Venneri, della segreteria nazionale del’associazione – è quello che oggi non consente a Michael Harte di realizzare gli interventi prefigurati al ministero dell’Ambiente qualche mese fa. Si rivela che il quadro di tutela è in grado, dunque, di salvaguardare i valori dell’isola anche a fronte del possesso privato”.

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