Nel 2023 il movimento turistico in Sardegna ha raggiunto e superato i livelli di arrivi e presenze del 2019. E i dati sulle prenotazioni nelle strutture ufficiali, con il 35 per cento delle camere d’albergo già prenotate entro marzo, in netto aumento rispetto al 20 per cento dello stesso periodo nel 2023, fanno ben sperare sull’evolvere della stagione estiva del 2024. Un contributo importante, specialmente a supporto della crescita dei visitatori internazionali, sarà dato dal miglioramento dell’offerta aeroportuale. È quanto si evince dalla simulazione condotta come ogni anno dalla Cna all’inizio di giugno che ha registrato un fortissimo aumento delle combinazioni disponibili per raggiungere l’Isola dai principali aeroporti europei.
In base al report, i turisti che vorranno raggiungere la Sardegna nel periodo di Ferragosto, quest’anno, avranno molte più opzioni di scelta. A conti fatti, anche grazie alle tendenze positive della domanda internazionale, le compagnie aeree hanno completamente ristabilito i livelli di operatività che si registravano prima della pandemia. Luci e ombre emergono, tuttavia, dall’analisi delle tariffe; quest’anno, la stabilizzazione dei costi sostenuti dalle compagnie (carburanti e servizi aeroportuali) ha contribuito a calmierare la crescita dei prezzi, i quali si sono mantenuti su livelli appena superiori a quelli del 2023; il costo per raggiungere l’Isola rimane tuttavia superiore a quello che si registrava appena cinque anni fa.
Nel confronto con le principali regioni competitor che tradizionalmente rientrano nella simulazione della Cna (Baleari, Croazia, Creta, Cipro, Corsica, Sicilia e Algarve) la Sardegna è quella che, rispetto al 2023, ha migliorato di più in termini di offerta aeroportuale; inoltre, nonostante i continui rincari degli ultimi anni, la Sardegna si conferma tra le destinazioni più convenienti in termini di costi di viaggio. Dati promettenti, insomma, in una fase in cui il settore dei viaggi e del turismo rappresenta uno dei pochi in grado di dare ossigeno a un’economia endemicamente sottotono in un contesto congiunturale estremamente incerto e carico di rischi.
Grazie al forte recupero registrato nel 2024, il livello medio dell’offerta ha finalmente raggiunto gli standard del periodo pre-pandemico. Per il settore aeroportuale regionale, che in questi anni ha dovuto fare i conti con il progressivo ridimensionamento dell’offerta low-cost e con la rimodulazione dell’offerta ex-Alitalia, si tratta di un risultato confortante. Nello specifico, si è passati dalle 7.875 combinazioni individuate a fine maggio 2019 alle 7.806 di inizio giugno 2024, appena lo 0,9 per cento in meno. Si tratta del terzo risultato più positivo tra le regioni analizzate; meglio della Sardegna, in termini di comparazione rispetto al 2019, hanno fatto solo Sicilia (+24 per cento) e Croazia Adriatica (+16,9 per cento).
Ma non è solo il numero di voli a determinare la competitività dell’offerta, bisogna considerare anche i costi di viaggio. In questo caso le indicazioni sono ambivalenti: da un lato, la Sardegna si conferma una delle regioni in cui arrivare costa meno, circa 1.160 euro andata e ritorno per un viaggio dal centro-nord Europa per una famiglia tipo di 4 persone a cavallo di ferragosto (in alta stagione quindi), un dato da paragonare con i 1.190 della Sicilia, i 1.670 dell’Algarve, i 1.770 della Corsica o i 1.830 di Creta – meglio della Sardegna fanno solo la Croazia Adriatica (1.150 euro) e le solite Baleari, con appena 710 euro. Dall’altro, rispetto al 2023 il dato della Sardegna si mostra in leggero aumento – circa quaranta euro in più (+4,3 per cento) – mentre altre regioni, come Sicilia, Baleari, Croazia e Creta hanno visto scendere il costo medio delle tariffe aeree (cali anche consistenti e nell’ordine del -10 per cento).
Va detto, tuttavia, che rispetto alle medie storiche, soprattutto a causa dell’impennata dei costi energetici innescata dalla deflagrazione della crisi nell’est Europeo, i livelli delle tariffe rimangono nettamente superiori per tutte le destinazioni. Ma se per la Sardegna la crescita dei prezzi tra 2024 e 2019 è stata di circa il +39 per cento, molto peggio hanno gatto Algarve (+118 per cento), Corsica (+82 per cento), Cipro (+61 per cento) e Creta (+40,5 per cento). A chiudere il quadro, meglio dell’Isola hanno fatto: la Croazia Adriatica, che registra un aumento medio del +30,4 per cento, le Baleari per cui l’aumento è del 26,5 per cento, la Sicilia (+17,3 per cento).
“L’analisi dell’offerta aeroportuale, in un momento di forte incertezza per l’economia nazionale ed Europea, fornisce indicazioni incoraggianti – commentano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -. Nell’estate del 2024 l’Isola avrà a disposizione un’offerta di trasporto aereo che si rafforza rispetto a quella del 2023 e che riduce la distanza rispetto ai suoi principali competitor naturali, come Baleari e Croazia. La speranza è che, nonostante un’inflazione che tarda a ritornare al di sotto dei livelli di guarda, le aspettative di ripresa del reddito reale e il miglioramento della fiducia possano alimentare la propensione al viaggio dei turisti europei. L’analisi della Cna suggerisce come l’offerta aeroportuale dell’Isola sia pronta a soddisfare l’auspicato aumento della domanda internazionale”.