di Aurora Vinci
“Chiediamo a tutta la politica, maggioranza e opposizione in Regione e al Governo, di prendere una posizione netta sul forte aumento dei costi del trasporto marittimo da e per la Sardegna, e di dare quanto prima risposte in linea con le attese del comparto”. È l’appello lanciato da Stefano Taras, presidente di Confagricoltura Sardegna, oggi durante una conferenza stampa indetta per denunciare i problemi del settore. Il presidente sollecita una reazione chiara e tempestiva da parte delle istituzioni per affrontare l’impennata dei costi dei trasporti marittimi.
A partire dal 1° gennaio,, hanno evidenziato nel corso dell’incontro, si è verificato un aumento dei prezzi compreso tra l’8 e il 15 per cento, con perdite stimate in decine di milioni di euro per il sistema produttivo regionale. Alla base di questo rincaro la tassa Ets (Emission Trading Sistem), una misura europea nata nel 2003 per contrastare il cambiamento climatico ed entrata in vigore anche per il comparto marittimo nel 2023, che rischia di colpire duramente l’economia sarda.
“Appena due anni fa esultavamo per il riconoscimento dell’insularità in Costituzione, oggi ci troviamo di fronte a una misura che rischia di vanificare quegli sforzi – ha dichiarato Taras -. La tassa Ets, così come applicata, penalizza soprattutto le imprese agricole sarde. Non si tratta di contestare una norma, ma di fare in modo che venga applicata in maniera equa”.
“Questo sistema, nato per promuovere la transizione ecologica, ha raggiunto il comparto marittimo solo di recente, ma il suo impatto economico è devastante – ha ribadito Gianbattista Monne, direttore dell’organizzazione -. Gli aumenti sono destinati a crescere e la Sardegna, già limitata dalla condizione insulare, rischia di essere messa in ginocchio”.
Si è focalizzato sul comparto risicolo Tonino Sanna, presidente di Confagricoltura Oristano: “Il segno più dei costi per i produttori si muove su una forbice tra l’8 e l’11 per cento – ha puntualizzato -. Una perdita di circa 300 euro a ettaro che genererà un mancato reddito ben al di sopra del milione di euro e a cui seguirà un ulteriore aggravio nel 2026”.
Non meno preoccupante la situazione per il settore vitivinicolo. Giovanni Pinna, presidente regionale della sezione vitivinicola di Confagricoltura e direttore generale di Sella&Mosca, ha sottolineato l’urgenza di una programmazione migliore per far fronte ai costi in aumento, che rischiano di compromettere la competitività di circa 430 produttori. “Un incremento dei costi dovuti dalla tassa Ets da noi stimato sopra il 6 per cento per il 2025 – ha detto -, graverebbe ulteriormente su un comparto che negli ultimi anni ha dovuto assorbire da solo forti aumenti di materiali come vetro o carta, senza ricaricarli su consumatori per conservare competitività”.
Scenario identico anche per il comparto caseario. Lo ha precisato nel suo intervento Gavino Nieddu, direttore generale della Cao formaggi, che ha spiegato come i rincari del trasporto pesino direttamente sul costo del prodotto, con aumenti di circa 15 – 20 centesimi al chilo solo per i formaggi. “Sul nostro comparto – ha commentato – abbiamo già avuto forti penalizzazioni nel rincaro prezzi del 2024 con aumenti dal 5 al 12 per cento. A questo, da inizio gennaio, si somma la tassa Ets che determinerà un supplemento tariffario ancora da definire ma orientato intorno al 10 per cento”.
Confagricoltura chiede alle istituzioni regionali e nazionali di intervenire. L’appello è chiaro: “Servono azioni immediate per sostenere il sistema produttivo e preservare il futuro economico dell’Isola”.