Portovesme srl, nuovo sit-in dei lavoratori: atteso incontro a Roma

Un sit-in di 4 ore a partire dalle 12 di oggi con tutti gli operai, interni ed esterni, ai cancelli della Portovsme srl per seguire a distanza l’incontro che si terrà oggi, alla stessa ora, al ministero della Imprese e del Made in Italy, tra la sottosegretaria con delega alle crisi industriali, Fausta Bergamotto, l’ad dell’azienda, Davide Garofalo, e due dei vertici della Glencore arrivati dalla Svizzera.

La multinazionale che possiede gli stabilimenti sardi di Portovesme, nel Sulcis, e San Gavino, nel Medio Campidano, è chiamata a rispondere agli appelli, giunti dal governo, regione e sindacati, per riavviare gli impianti del piombo a fronte di alcune misure messe in campo nel dl Bollette (credito d’imposta e fondo per imprese in crisi) e per effetto del calo dei costi dell’energia. A rischio ci sono circa 1450 lavoratori tra diretti e indiretti, oltre a un gruppo di interinali.

“Si è conclusa una delle settimane più difficili nella storia della Portovesme Srl mai affrontate sino ad oggi – fa sapere la Rsu della fabbrica -. Il perdurare di questa vertenza, sicuramente non semplice, genera in tutti noi un evidente e giustificato stato di agitazione e preoccupazione rispetto al mantenimento e alla salvaguardia dello stabilimento. Salvaguardia che può e deve essere messa in campo attraverso percorsi e passaggi che non sempre ci possono vedere tutti d’accordo, ma che non devono mai disunirci, anche davanti a situazioni che magari al momento non vengono comprese – scrivono in una nota dopo alcune tensioni dei giorni scorsi tra lavoratori e sindacati – la tutela di tutte le lavoratrici e lavoratori interinali, indiretti e diretti dello stabilimento di Portovesme e di San Gavino, è certamente sempre e solo il nostro unico obiettivo”.

Sul credito d’imposta, “contrariamente a quanto emerso in un primo momento, nel decreto Bollette è stato ridotto al 20% – spiegano le sigle -. Va segnalato che, nello stesso decreto, viene istituito un Fondo da 2 milioni di euro per il 2023, Cifra irrisoria, ma che rappresenta un segnale”.

[Foto archivio]

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