Gli operai del Sulcis hanno bloccato per tre ore, dalle 5 alle 8 di questa mattina, gli accessi all’area industriale. In strada sono scesi i lavoratori delle ditte che in appalto eseguono lavori nella Portovesme srl e nella centrale elettrica Grazia Deledda. La protesta è stata decisa per via del futuro occupazionale incerto, sebbene ieri il presidente Christian Solinas abbia espresso il solito ottimismo per le interlocuzioni con Roma sui costi dell’energia.
La Portovesme srl ha infatti annunciato la chiusura a fine gennaio proprio per gli alti costi energetici, mentre la centrale Deledda deve chiudere entro il 2025 perché funziona a carbone, il cui utilizzo tra due anni non sarà più consentito.
Coi blocchi all’alba di oggi i lavoratori hanno reso inaccessibili cinque punti di ingresso nell’area industriale del Sulcis creando file chilometriche sino all’ingresso di Carbonia. Passaggio garantito solo per le emergenze e a quanti si dovevano recare in ospedale per visite programmate. I blocchi sono terminati dopo una trattativa con i rappresentanti sindacali del territorio.
La protesta arriva dopo la missione a Roma di Solinas, un viaggio i cui esiti sono stati ritenuti insufficienti dai lavoratori, mentre il governatore ha espresso “soddisfazione per l’esito delle varie interlocuzioni”. Il capo della Giunta sarda, che ha incassato la bocciatura pure dalla Cisl, si è detto sicuro di poter “stabilire un accordo capace di accedere a prezzi dell’energia molto competitivi, tali da garantire la prosecuzione delle attività nella fase di transizione che porterà la Portovesme srl a una riconversione delle produzioni”.
Intanto i sindacati dei metalmeccanici ricordano che il blocco spontaneo è dato dalla “gravissima precarietà che si sta vivendo nella centrale dell’Enel e alla Portovesme srl”, incertezza “inevitabilmente sfociata in una iniziativa spontanea organizzata per chiedere delle risposte immediate alla grave situazione che stanno vivendo”.
[Nella foto i blocchi stradali all’alba di oggi]