Oltre 100 allevatori di bovini di razza Sardo Bruna si sono riuniti a Ozieri (Sassari) lo scorso 8 febbraio con un obbiettivo comune: il rilancio e la valorizzazione del bovino sardo. Un rilancio, secondo il presidente dell’Associazione allevatori della Regione Sardegna (AarSardegna), Luciano Useli Bacchitta, che deve interessare “sia i prodotti del bovino, quindi carne e latte, e sia la tipologia di allevamento che garantisce un prodotto di qualità”.
La giornata, aperta dai saluti del sindaco di Ozieri, Marco Peralta, è continuata con l’intervento del direttore dell’AarSardegna, Aldo Manunta, il quale ha ripercorso la nascita della razza avvenuta dall’incrocio di tori svitto (Bruna alpina) importati dalla Svizzera con la razza Sarda al fine di ottenere animali a duplice attitudine. Un successo quella della razza Sardo Bruna, al tempo chiamata Bruno Sarda, che ha determinato l’organizzazione di un mercato settimanale a partire dal 1896 proprio ad Ozieri e il potenziamento delle linee marittime tra Porto Torres, Marsiglia e Genova per far fronte alla importante esportazione di animali verso il continente.
Proprio in virtù di questo, nel 1933 venne istituito il Libro genealogico. Poi, con l’introduzione nell’Isola della Brown e della Frisona la razza divenne sempre più marginale passando dai 200.000 capi degli anni ’70 ai quasi 8.000 degli anni ’90. Al fine quindi di arginare l’estinzione della razza, venne istituito un Registro anagrafico a tutela della popolazione bovina autoctona che oggi conta circa 25.000 capi in 1300 allevamenti. Un programma di conservazione che oggi è affidato all’Anacli e che, come ha illustrato il dottor Salvatore Contini, punta ad una raccolta di nuovi dati che serviranno in futuro per gestire meglio la tutela della Sardo Bruna anche attraverso la collaborazione con l’Agenzia Agris Sardegna.
Il professore Piergiacomo Rassu, del dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, ha illustrato le enormi potenzialità della razza, grazie all’adattamento alle condizioni climatiche ed ambientali della Sardegna, ma anche le debolezze a partire da una elevata eterogeneità della popolazione e dalla difficoltà di valorizzare il prodotto derivato dal bovino Sardo Bruno. I dati sulla qualità delle carni sono stati illustrati dal dottor Roberto Lai del progetto MeatCulture, dai quali sono emerse le enormi potenzialità sia in termini di qualità che di sostenibilità. Durante l’incontro sono state anche illustrate le nuove normative in merito al Classyfarm da parte del dottor Gavino Benenati dell’Ats di Sassari mentre il dottor Michele Blasi del Dqa ha esposto le possibilità offerte per il settore dalla nuova politica agricola comunitaria specie per le misure previste nell’Ecoschema 1 che riconosce un premio agli allevatori che introducono ulteriori elementi di benessere animale negli allevamenti.
La presenza di così tanti allevatori alla giornata, ha detto Bacchitta, “nasce dall’esigenza di valorizzare un prodotto che è sostenibile e di altissima qualità. Siamo convinti che i tempi siano ormai maturi affinché i prodotti di razza Sardo Bruna abbiano una giusta distintività al fine di dare agli allevatori un riconoscimento economico adeguato e ai consumatori la possibilità di scegliere cosa acquistare. Proprio in tale percorso, pensiamo di organizzare il prossimo autunno ad Ozieri la mostra regionale del bovino Sardo Bruno, un appuntamento che ormai manca da almeno 50 anni”. Un’iniziativa che anche il Comune di Ozieri intende perseguire.