Negli ultimi dieci anni in Sardegna sono sparite 250 edicole, oltre due al mese. È la denuncia di Fenagi, l’associazione dei giornalai di Confesercenti basata su un’indagine condotta sui dati Unioncamere. A pesare sulle rivendite giornali – spiega l’organizzazione – è la crisi dei quotidiani cartacei, innescata dalla concorrenza dell’informazione online. Ma i nuovi canali digitali di vendita hanno messo in crisi, spiega Confesercenti, anche le vendite di collaterali dei quotidiani e altri prodotti, dai dvd alle figurine, passando per bustine giocattolo e cartoline.
Una lunga crisi che ha subito una netta accelerazione negli ultimi anni: si è passati dalle 42 nuove iscrizioni del 2015 alle 7 del 2022. Il risultato? Una progressiva desertificazione culturale – denuncia l’organizzazione – perché le edicole svolgono un ruolo importante come presidio culturale in molte comunità e contribuiscono alla promozione della lettura.
“Nonostante la crisi del settore sia in atto ormai da più di dieci anni, sono mancati interventi organici e strutturali per sostenere le edicole – afferma Roberto Bolognese, presidente Confesercenti Sardegna -. La rete ha un futuro e un’utilità. Le edicole sono punti vendita di prossimità per definizione: se vogliamo che questi punti di accesso a prodotti e servizi continuino ad esistere, serve un intervento ad hoc, una legge dedicata che affronti la questione in tutti i suoi aspetti. Servono anche interventi fiscali, dalla gratuità del suolo pubblico a misure a favore del ricambio generazionale della rete, con sconti contributivi per i giovani che aprono nuove attività e agevolazioni per chi investe in nuovi servizi”.