La Sardegna perde imprese, l’Isola sotto i livelli del 2007. Il 5,1% soffre un rischio alluvioni

In Sardegna, dopo tre anni consecutivi di crescita, il numero delle imprese è tornato a calare arrivando ai livelli del 2007. I dati sono contenuti nel Rapporto Pmi 2022, realizzato da Confindustria e la società di rating Cerved, in collaborazione con Unicredit e Gruppo 24 Ore.

“Lo studio analizza gli andamenti e le prospettive delle 160mila società italiane che, impiegando tra 10 e 249 addetti e con un giro d’affari compreso tra 2 e 50 milioni di euro, rientrano nella definizione europea di piccola e media impresa”, un pezzo dell’economia che nel nostro Paese “genera un valore aggiunto complessivo pari a 204 miliardi di euro”. C’è una parte di strettissima attualità dedicata all’esposizione delle Pmi alle calamità naturali, una condizione che non risparmia nemmeno la nostra Isola e riguarda proprio le alluvioni, come accaduto in queste ore nelle Marche.

In Sardegna alla fine del 2020 si contavano 2.041 piccole e medie imprese, addirittura meno delle 2.482 del 2007. Lo stesso dato, un anno dopo, è arrivato a quota 2.645 per salire ancora a 2.789 nel 2009. Quindi 2.441 nel 2017, 2.493 nel 2018 e 2.533 nel 2019. Nel 2020 è arrivata la pandemia a marzo con lockdown iniziato l’8 marzo. In Sardegna la variazione 2020-2019 ha prodotto un calo delle Pmi che si è attestato a -5,2%, mentre tra 2007 e 2020 contrazione vale un -3,3%.

Quanto ai rischi connessi alle calamità naturali, in Sardegna sono 7.049 le sedi a rischio che occupano un totale di 75.955 addetti. Il rischio alluvioni riguarda il 5,1% delle Pmi totali pari al 4,6% degli occupati; il rischio frane si abbassa al 2,0% con il 2,1% di addetti potenzialmente coinvolti. È invece nullo il rischio terremoti.

“Il rapporto – dice Maurizio De Pascale, presidente di Confindustria Sardegna – evidenzia come dopo due anni di pandemia, proprio mentre si avvertivano i primi segnali di una timida ripresa, le nostre imprese si trovano nuovamente catapultate in una dimensione di rischio e forte incertezza. Senza misure tempestive ed efficaci, la naturale evoluzione di questa situazione per la Sardegna, già strutturalmente debole per le note storiche diseconomie, comporterà una drammatica situazione che, oltre alle grandi aziende, colpirà ancora più duramente il sistema di piccole e medie imprese”.

Per De Pascale è “fondamentale che si ricorra a strumenti come la proroga della garanzia di credito d’imposta sulla quota di costi energetici eccedente la norma, l’incremento delle linee di credito per le Pmi, un intervento di fiscalità generale sulle bollette. L’efficienza della pubblica amministrazione e la rimozione degli ostacoli burocratici giocheranno un ruolo decisivo nel difficile processo di ripresa della nostra economia. Mi riferisco in particolare all’attuazione del Pnrr, in modo da garantire una rapida ed efficiente gestione degli interventi previsti”.

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