In Sardegna quasi 13mila imprese under 35, l’Isola penultima a livello nazionale. Ecco i settori in cui operano

Nell’Isola sono attive 12.854 realtà under35, il 7,7% di tutte le aziende registrate nelle Camere di Commercio. Quelle artigiane giovanili sono 2.575 e rappresentano il 7,6% del panorama artigiano; tale percentuale relega l’Isola al penultimo posto su base nazionale, classifica aperta dal Trentino con una percentuale del 13,5%. I numeri sono stati diffusi da Confartigianato nel corso dell’assemblea che ha eletto il nuovo presidente dei giovani imprenditori, Mattia Urru.

Analizzando le provincie storiche, su Cagliari operano 4.532 imprese giovanili di cui 858 artigiane, su Sassari-Gallura sono 4.256 di cui 1.036 artigiane, su Nuoro sono 3.137 di cui 570 artigiane e su Oristano 920 di cui 111 artigiane.  I giovani imprenditori, principalmente, si occupano di costruzioni, turismo, servizi digitali e Ict, alla persona e al turismo ma anche di commercio on line e di altre professioni tradizionali. 

Nel 2024, l’occupazione under 35 della Sardegna risultava composta da 111mila lavoratori, praticamente invariata rispetto al 2021, equivalente a un tasso del 38,6%. Il maggior tasso di occupati giovani dell’Isola si registra nella provincia di Oristano, con il 47,8%, seguita da Cagliari con il 40,4%, Sassari-Gallura con il 38.8%, Nuoro con il 37,9% e Sud Sardegna con il 31,7%.

L’Assemblea dei Giovani Imprenditori di Confartigianato è anche servita a segnalare un preoccupante calo delle imprese guidate da giovani imprenditori in Sardegna. Se nel 2014 queste erano ben 17.491 ora sono 12.854, dato che segna una perdita di 4.646 realtà, equivalenti al -26,6%. I numeri, emersi dall’analisi sulla natalità e mortalità delle giovani attività sarde, riflettono una trasformazione profonda del panorama imprenditoriale regionale e nazionale, alimentata anche dalla crisi demografica che sta attraversando la società. Sebbene il calo abbia coinvolto quasi tutti i settori, emergono tendenze di crescita in ambiti innovativi e sostenibili.

In particolare, è cambiata la composizione settoriale dell’imprenditoria giovanile. Se nel 2014 il commercio e le costruzioni costituivano quasi il 45% delle imprese under 35, oggi la loro quota è scesa al 37%. Al contrario, cresce l’incidenza dei settori dei servizi alle imprese (passato dall’8,7% all’11,8%) e dell’ICT (da 6,4% all’8%), a testimonianza del crescente orientamento delle nuove generazioni verso settori tecnologici e di servizi avanzati. Un dato che evidenzia una trasformazione nelle scelte imprenditoriali dei giovani, sempre più orientati verso l’innovazione e la sostenibilità, a fronte di un panorama che presenta però evidenti difficoltà nel sostegno e nella crescita del tessuto imprenditoriale giovanile.

“Questo dato va letto in un contesto economico generalizzato e va inserito anche all’interno di uno scenario sociale di invecchiamento della popolazione – ha sottolineato Urru – in Italia come in Sardegna il numero dei giovani è crollato in concomitanza della diminuzione della popolazione e di un impetuoso aumento della popolazione anziana”. “Per questo – ha continuato il neo-presidente dei Giovani artigiani – riteniamo fondamentale arginare la contrazione del numero di imprese guidate da under 35 attraverso misure concrete che favoriscano l’accesso al credito, la semplificazione burocratica e il supporto alla formazione e all’innovazione. Se da un lato settori tradizionali soffrono maggiormente, dall’altro la crescita dei servizi alle imprese e la stabilità di altri settori dimostrano che, con le giuste competenze e opportunità, i giovani possono ancora costruire il proprio futuro da protagonisti”. “La Sardegna, come tutta l’Italia, ha bisogno di nuove generazioni di imprenditori capaci di portare innovazione e valore aggiunto nei settori ad alta intensità di conoscenza – ha concluso – chiediamo alle Istituzioni di intervenire con politiche mirate, investendo nelle competenze e nella digitalizzazione per rendere più attrattiva e sostenibile la scelta imprenditoriale per i giovani. Non possiamo permetterci di perdere altre imprese giovanili: il futuro dell’artigianato e dell’economia del nostro Paese dipende dalla capacità di sostenere chi ha il coraggio di mettersi in gioco”.

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