Mar. Pi.
Sa Pasca Manna, in sardo la Pasqua. Nell’Isola un trionfo di dolci tipici artigianali, creazioni artistiche figlie di una tradizione secolare e diversa a seconda delle zone. Dalle pardulas, o casadinas o ancora formaggelle, in base alla provenienza, passando per il pane coccoi decorato con le uova per i bimbi nel Campidano, le papassinas o le tiricche. Ma sono moltissime, negli ultimi anni, anche le pasticcerie artigianali o i produttori che pure in Sardegna hanno cominciato a produrre le tradizionali colombe pasquali: pistacchio, cioccolato, semplice granella, sono molte le farciture ideate dai maestri dell’arte dolciaria.
Così i sardi per i pranzi della Pasqua e della Pasquetta hanno fatto incetta anche quest’anno di dolci e li hanno trovati a prezzi, tutto sommato, contenuti rispetto ai rincari che stanno pesando sulle aziende. Un dossier elaborato da dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, ha analizzato i dati UnionCamere e Infocamere del 2021 e ha studiato l’indice dei prezzi sui “prodotti di panetteria e pasticceria” nel mese di febbraio 2022.
Dallo studio emerge come l’Italia segni un aumento dei prezzi che si ferma al 2,5 per cento, in linea con la dinamica dei prezzi cosiddetti no energy (+2,3 per cento). Nel confronto internazionale, la dinamica dei prezzi di riferimento della pasticceria fresca in Italia è più moderata del +3,5 per cento dell’Eurozona e del +4,0 per cento dell’Ue a 27, risultando meno accentuata rispetto altri 23 paesi dell’Unione europea a 27, e in particolare rispetto al +7,5 per cento della Spagna e del +4,2 per cento della Germania; fa meglio dell’Italia la Francia (+1,2%).
Nell’Isola sono attive 1.902 imprese della pasticceria e del settore dolciario (che include produzione manifatturiera di biscotti, cacao, cioccolato e di gelati) con una alta vocazione artigianale: le 1.415 imprese artigiane, rappresentano il 74,4 per cento delle imprese totali del settore in esame. Le pasticcerie sarde, come in generale tutte quelle italiane, stanno assorbendo, in modo più accentuato rispetto agli altri paesi europei, la pressione dei prezzi delle materie prime e la maggiore spinta sui costi dell’energia, con ricadute contenute sui prezzi praticati alla clientela.
“Nonostante le imprese sarde, come del resto tutte quelle italiane, stiano subendo un pesante contraccolpo derivato dalla crisi energetica – spiega Marco Rau, delegato regionale per l’alimentazione di Confartigianato Imprese Sardegna – da parte dei consumatori la richiesta di dolci ha mantenuto la stabilità registrata lo scorso anno e, in alcuni casi, abbiamo notato anche una lieve crescita. Il vero problema è che, come sta accadendo da alcuni mesi – continua Rau – le materie prime all’origine hanno subito un incremento a due cifre per le nostre attività, situazione che, per le realtà dolciarie sta facendo registrare una importante perdita di competitività”.
Ed è proprio il caro bollette uno dei problemi più gravi evidenziati, più volte, da Confartigianato Sardegna. “Non dobbiamo dimenticarci come in Sardegna l’energia costi più del resto d’Italia – sottolinea il delegato per l’alimentazione – una tassa nascosta alla quale nessuna impresa può scampare, condizione che pone le realtà produttive sarde in una situazione di netto svantaggio sia nei confronti dei competitor europei, sia in quelli nazionali”.
Oltre a questi problemi, le imprese rilevano anche criticità sul packaging, ovvero difficoltà a trovare scatole, carta per avvolgere, nastrini e tutto l’occorrente per un vendita ottimale. “Ci sono state lunghe attese per questo prodotti – continua il delegato regionale per l’alimentazione di Confartigianato Imprese Sardegna – e, in alcuni casi, è stato relativamente più facili approvvigionarsi sulla piazza estera che non su quella italiana”. “Quel che è certo comunque, nonostante tutto, – conclude Rau – è che le imprese vanno avanti e i consumatori, anche in tempi non facili come quelli che stiamo vivendo, continuano a scegliere convintamente la qualità e il saper fare artigiani”.