Le compagnie devono dichiarare i costi dei biglietti senza giochi al rialzo lasciati all’intelligenza artificiale. Lo sostiene il presidente di Enac, Pierluigi Di Palma, oggi a Cagliari anche per discutere del problema del caro-voli che sta creando non pochi disagi nella mobilità da e per la Sardegna. “Credo che la pratica commerciale debba tornare, almeno per quelle tratte a pieno carico, a ragionamenti che devono essere fatti da manager capaci”, ha detto. Di Palma ha affrontato diverse questioni: dalla fusione degli aeroporti sardi – per cui si è speso in una opinione favorevole – alla continuità territoriale. Sulle tariffe: “Stiamo discutendo sulle pratiche commerciali libere – ha spiegato margine del convegno organizzato a Cagliari da Confcommercio e Federalberghi Sud Sardegna, ‘Liberi di volare’ -: quando la domanda supera l’offerta è inutile partire con prezzi civetta sotto costo, oggi le compagnie praticano i prezzi iniziali sotto il costo dei diritti aeroportuali”. “La mobilità aerea – prosegue – è il punto fondante della Comunità europea in cui, però, si sviluppa oggi un libero mercato esagerato, che determina prezzi folli, in cui l’intervento pubblico è limitato agli oneri di servizio pubblico, ovvero agli aiuti al vettore”.
Poi il tema della continuità: “La tariffa unica credo che ormai sia riservata esclusivamente ai sardi: proprio per questo io credo che si debba fare anche un salto culturale, cioè passando dagli oneri di servizio pubblico agli aiuti al vettore. Gli oneri di servizio pubblico limitano in qualche modo la mobilità dei sardi – sostiene -, ma anche la possibilità dei turisti di venire in Sardegna in ragione del fatto che c’è un’offerta limitata, chiudono un mercato sia quando c’è molta domanda sia quando ce n’è poca”. “Con gli aiuti alle compagnie si può arrivare a contrattare un’offerta nei periodi in cui la domanda è scarsa, come nei periodi invernali per circa otto mesi l’anno – sottolinea -, mentre quando al contrario la domanda è importante io lascerei al libero mercato la determinazione anche dell’offerta di voli”. Ciò porterebbe, per il numero uno dell’aviazione civile italiana “una concorrenza, abbattendo i costi”, allo stesso tempo si dovrebbero prevedere comunque “per i cittadini sardi dei voucher che garantiscano un prezzo che possono e devono pagare per tutto l’anno”. “Gli aiuti al vettore – prosegue Di Palma – sono una misura definita da Bruxelles e quindi se ci sono gli orientamenti ben declinati, che in questa fase si stanno ridefinendo, c’è necessità di un intervento politico forte regionale e nazionale in modo da rendere queste misure strutturali”. “Credo che si possano avanzare delle richieste a Bruxelles in ragione dell’articolo 174 del trattato che deve garantire i collegamenti tra le isole e le zone periferiche e in base al 119 della nostra Costituzione in cui si può chiedere che questa misura non sia limitata nel tempo per le Isole e le zone periferiche dell’Europa”.
Anche l’assessore regionale ai Trasporti, Antonio Moro, è tornato sul tema. “La continuità territoriale ha delle criticità ma si sta dimostrando l’unico strumento per garantirci il diritto alla mobilità verso la terraferma. È chiaro però che deve e dovrà essere modificata, e per far questo in Europa ci serve l’aiuto del Governo italiano e dell’Enac, oltre a una grande unità di popolo. Alla Sardegna serve un modello sardo del trasporto aereo che non è da inventare di sana pianta, ma che può realizzarsi mettendo insieme tutti gli strumenti che le normative vigenti in Europa ci garantiscono – ha precisato l’assessore -. Il traffico dei residenti complessivamente è aumentato, ma le imposizioni e le valutazioni della Commissione europea non ci hanno consentito di aumentare il numero dei voli, ed è questa la causa dell’imbuto che si crea negli aeroporti sardi nei periodi di punta del weekend o in particolari periodi dell’anno”. “C’è poi – ha aggiunto Moro – il problema della tariffa non residenti, che non può essere lasciata in balia delle politiche di prezzo e di profitto delle compagnie aeree”.