‘Aggiungi un pesce a tavola‘. È questo lo slogan col quale Laore, l’agenzia regionale specializzata in assistenza in agricoltura, vuole arrivare ai consumatori di tutte le età. Ma anche a ristoratori e clienti dei mercati per spingere all’acquisto di pesce a chilometro zero. Fresco e che arriva dalle attività di acquacoltura. “Un prodotto ittico sano ma poco valorizzato”.
La campagna di promozione è finanziata con Programma operativo del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca 2014-2020. È stato presentato oggi a Cagliari. Partita ufficialmente il primo aprile dello scorso anno, la campagna ha impegnato la ’37Comunicazione’, società aggiudicataria della gara pubblica che ha ideato e diffuso il messaggio. Video, social, giochi, brochure, calendari, videoricette e diversi documentari sui luoghi del pescato in Sardegna nei centri di acquacoltura presenti a Muravera, Tortolì-Arbatax, Sant’Antioco, Golfo Aranci, Torre Grande e persino nell’entroterra, a Desulo, con l’allevamento di trote.
Per Gerolamo Solina, commissario straordinario di Laore, “la campagna di comunicazione è stata utile per amplificare la voce di un comparto strategico e raggiungere una molteplicità di pubblici, giovani inclusi, con un messaggio fondamentale: la natura, se rispettata, ci ripaga coi suoi prodotti”.
Alessandro De Martini, direttore del servizio ‘Sviluppo e sostenibilità delle filiere zootecniche e ittiche di Laore’, ha aggiunto: “L’obiettivo principale è stato quello di informare e fornire gli strumenti ai consumatori per la conoscenza di questo settore e di alcuni aspetti trascurati come le produzioni di allevamento e di laguna che sono di altissima qualità”.
Secondo l’ultimo sondaggio di Eurobarometro, quasi due europei su tre includono ormai più volte al mese il pesce nel menù. Questo, unito all’aumento della popolazione, comportano una richiesta che la pesca, da sola, non potrebbe soddisfare. “L’acquacoltura – spiegano i vertici di Laore – con i suoi metodi sempre più innovativi e sostenibili, può invece rispondere in maniera adeguata a tale esigenza, riuscendo a soddisfare le comunità senza depauperare gli habitat naturali. Attualmente i prodotti allevati rappresentano quasi la metà dell’offerta ittica sui banchi dei mercati”.
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