Vinicio Capossela viene oggi considerato dalla critica come il miglior cantautore italiano della sua generazione, in grado di vestire in modo sublime le vesti di un menestrello onnivoro. Meglio di altri interpreti, infatti, Capossela è stato in grado di assorbire suoni e culture provenienti da tutto il mondo per tradurle nella sua musica dal sound facilmente riconoscibile. L’artista torna in Sardegna con il nuovo spettacolo intitolato “Sirene”, e sarà protagonista della nuova edizione di A Innantis!, festival di musica resistente che si svolge nello splendido scenario del piazzale Anglosarda all’interno della Miniera di Montevecchio a Guspini. Mentre il giorno dopo è atteso a Lanusei al festival Rocce Rosse Blues, alla sua trentacinquesima edizione in programma dal 19 luglio al 9 agosto: Capossela si esibirà nell’area spettacoli all’ex Istituto Salesiano.
Dopo aver ospitato il meglio del cantautorato italiano, da Cristina Donà a Niccolò Fabi passando per Daniela Pes e Daniele Silvestri, la nuova edizione del festival organizzato da MIS Factory in collaborazione con il Comune di Guspini si conferma come uno degli appuntamenti più attesi e seguiti del sud Sardegna. Capossela presenta Sirene con queste parole: “Siano esseri mitologici o concreti apparecchi acustici, le sirene sono sempre un richiamo, un segnale d’emergenza. Reali e favolose, portano nel proprio corpo la loro natura duplice e ambigua, mutante e sfuggente, di volta in volta creature degli abissi e della luce, del mutismo e del canto, dell’oscuro dionisiaco e della bellezza apollinea. Per chi le sa ascoltare, in questi tempi infausti le segnalazioni di pericolo si sono moltiplicate. Tra guerre, riarmi, sopraffazioni e ingiustizie sociali, l’Occidente sembra quasi aver smarrito la rotta e di essere sul punto di inabissarsi con un moto di accelerazione repentina del suo destino di caduta, di tramonto sotto la linea dell’orizzonte. Sirene intende allora ascoltare questi richiami, decifrarli, guardarli diritti negli occhi e così percorrere un periplo negli abissi delle emergenze attuali, necessario a poter affiorare alla luce per ritrovare il respiro e la luce”.