VIDEO. Dai remake delle canzoni famose alla sua Inequivocabilmente sardo diventata virale: Luca Espa racconta la sua storia

di Alessandra Piredda

La canzone ‘Inequivocabilmente sardo’ è diventata virale la scorsa settimana, sugli spalti dell’Unipol Domus, quando i tifosi rossoblù l’hanno ascoltata per la prima volta alla fine del primo tempo di Cagliari-Milan, mentre la squadra rossoblù era sotto di 2-1 (prima di arrivare al clamoroso 3-3). Una giornata indimenticabile per i tifosi del Cagliari, ma anche per lo stesso cantante che ha potuto ascoltare allo stadio, dotato di giganteschi altoparlanti, la sua canzone. Ma il successo Luca Espa, 28enne di Quartu Sant’Elena lo deve soprattutto ai remake in lingua sarda di canzoni come ‘Pastello bianco’ dei Pinguini Tattici Nucleari, ‘Baccalà’ di Serena Brancale, Dropkick_m e ‘Filo rosso’ di Alfa, diventata in poco tempo una hit, tanto da raggiungere con TikTok il suo autore Alfa.

“I miei idoli sono Max Pezzali e Tiziano Ferro, sono cresciuto con loro” racconta a Sardinia Post Luca Espa, spiegando di aver scritto ‘Inequivocabilmente sardo’ come inno di alleanza per tutta la Sardegna.

GUARDA LA DEDICA DI LUCA ESPA A SARDINIA POST

Quando hai iniziato a fare musica?

“Ho iniziato 10 anni fa e ho già vissuto un momento di popolarità con il video Quella tipa del ’96. Questo brano faceva letteralmente impazzire i miei coetanei che mi fermavano per strada. Ero più piccolo, avevo 17 anni e non sapevo bene cosa avrei fatto da grande, ero combattuto. Inizialmente ho messo la musica in secondo piano, ma non l’ho mai lasciata, scrivevo testi. Sono arrivato a 80 canzoni. Ma ancora non avevo fatto una scelta ben precisa. alla fine ho ascoltato me stesso e ho scelto di fare il musicista. Una buona spinta è arrivata anche da quanto accaduto durante il lockdown: la Siae forniva il pack ‘Io resto a casa’ a tutti suoi associati. Ho ricevuto un microfono, le cuffie e una scheda audio, ma nemmeno questo ‘regalo’ mi ha aiutato a fare una scelta. La svolta è arrivata quando ho deciso di partecipare a un corso con Fabio Lenzi nella scuola di San Sperate.

Che lavoro fai oltre alla musica?

“Nessun altro .Canto. Sono un artista di strada. La piazza e i mercatini a cielo aperto per ora sono il mio palco. Mi esibisco ogni giorno in un posto diverso. Mi annoierei a stare fermo. Carico in auto il mio amplificatore, il microfono, raggiungo il luogo scelto e canto. So che è faticoso ma non potrei fare altrimenti. Ho deciso di intraprendere questa difficile strada e sono pronto a scavalcare ogni ostacolo”.

La tua famiglia come vive questa tua scelta?

“Le mie più grandi fan sono le tre donne della mia vita: mia madre Beatrice, nonna Iolanda (95 anni) che mi aiuta nelle traduzioni in sardo e poi c’è la mia fidanzata Ilaria, che mi sostiene passo dopo passo. Quando avevo il conto in rosso mia madre mi ha prestato i soldi per acquistare l’amplificatore che uso ancora per cantare. Dopo una settimana di esibizioni sono riuscito a restituirle il denaro e ho capito che la musica era la mia strada”.

Oltre al corso a San Sperate, hai studiato canto?

“Non ho nessun titolo. Sono quasi autodidatta, ho preso per quasi un anno lezioni da una vocal coach che ringrazierò per sempre, si chiama Silvia Fadda. Grazie a lei ho capito che avrei potuto cantare per tante ore. Oggi conosco bene la mia voce, uno strumento con il quale mi alleno ogni giorno. Dopo tutto fare musica è un lavoro artigianale. Lo è per la voce come per le canzoni che compongo. Ne ho appena registrate due. Oltre a ‘Inequivocabilmente sardo’ c’è ‘Battito’”.

Stai vivendo una meravigliosa favola, pensi al successo?

“Non sogno la gloria a tutti i costi. Voglio guadagnarmi da vivere, certo. Ma il mio scopo è anche divertirmi, perché amo quello che faccio. Il mio obiettivo oggi è avere una squadra di produzione che mi aiuti a portare avanti questo mio sogno. Sono felice che la mia musica piaccia a qualcuno”.

Conosci il tuo “alter ego” sassarese (Antonio Meleddu) Bandito? Featuring?

!Si, certo anche se non ci siamo ancora incontrati. Certo, sarebbe bello duettare insieme. Sassari e Cagliari che si uniscono per un progetto che non è solo musica, c’è molto di più. C’è tutto l’orgoglio verso una terra che è appartenenza, un’emozione che provo ad ogni battito. Per questo vorrei che ‘Inequivocabilmente sardo’ diventasse l’inno del mio popolo”.

Progetti futuri?

Non posso svelare nulla per ora, ma appena avrò notizie certe condividerò con i miei fan quello che ho in cantiere.

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