VIDEO. Autunno Danza 2024, raccontare il mondo e il futuro attraverso l’arte performativa

“L’idea è che non ci si possa arrestare di fronte al concetto anche un po’ vetusto di arte performativa come un’arte relegata ad un hobby per l’élite, ma deve essere qualcosa capace di raccontare il mondo, i mondi, i viventi e le loro relazioni, talvolta anche conflittuali. Una forma di idea non c’è. Una forma di presenza, una modalità di essere presenti nel mondo che abitiamo”, nelle parole di Giulia Muroni direttrice insieme a Momi Falchi di Autunno Danza 2024 è racchiuso l’obiettivo che si pone il progetto portato avanti da Fuorimargine, il Centro di Produzione di danza e arti performative della Sardegna, che quest’anno celebra i 30 anni dalla sua nascita. Un traguardo importante che sarà celebrato, come hanno spiegato le direttrici nel corso di una conferenza stampa a Sa Manifattura a Cagliari “con una programmazione che guarda al futuro e porta a Cagliari fino all’8 dicembre una panoramica su artisti e artiste emergenti e affermate, italiane e internazionali”.

Oggi nel corso della presentazione del programma di Autunno Danza 2024 è stato in qualche modo tracciato un bilancio delle attività svolte con gli otre trenta spettacoli, la partecipazione ai festival nazionali e internazionali e i tanti i lavori presentati all’estero. “Abbiamo fatto anche impresa sul territorio – ha sottolineato Momi Falchi – impresa culturale in tutti gli aspetti. Abbiamo ospitato artisti internazionali, dialogato con i produttori e avviato collaborazioni importanti”. Come quella con Sardegna Teatro la cui importanza è stata anche ribadita dal direttore generale di Sardegna Teatro Massimo Mancini in collegamento video.

“Autunno Danza 2024 si pone come momento dedicato alle ospitalità, per mostrare sul territorio l’articolata scena nazionale e internazionale dell’arte performativa – spiegano gli organizzatori -. Il percorso che Fuorimargine mette in atto nel corso dell’anno è di supporto, dialogo e sostegno con artiste e artisti che vivono o transitano in Sardegna, per fornire loro un luogo protetto dove poter creare qualcosa che ancora non esiste”.

“Questa porzione delle attività di Fuorimargine – scrivono le direttrici – si articola in una proposta plurale di spettacoli e performance che rilevano temporalità ulteriori, suggerendo sguardi, relazioni, connessioni. L’esperienza ormai trentennale di Autunno Danza a Cagliari ha attraversato tanti scorci della città, abitando molti luoghi – anche qualcuno che non esiste più – e investendo sulla possibilità di mostrare la danza contemporanea, dando linfa, sostrato culturale e slanci immaginativi a quella parte di pubblico che si nutre della contemporaneità e non si accontenta più soltanto della danza nelle sue rifrazioni più decorative, ma è capace di leggere il contemporaneo e lo ricerca”.

Questo obiettivo si evince chiaramente sfogliando il programma che affida la sua apertura a uno studio, un lavoro non del tutto compiuto, di due performer tra le più interessanti del panorama nazionale. Raffaella Giordano e Stefania Tansini lunedì 9 settembre presentano la prova aperta di “Tu non mi perderai mai”, due generazioni che si incontrano in un rito di trasmissione e ricostruzione di un solo, danzato e coreografato da Raffaella Giordano per la prima volta a Milano nel 2005. Il lavoro di rilettura è ora affidato alla coreografa e autrice Stefania Tansini.

Venerdì 20 settembre Chiara Bersani presenta “Sottobosco”, una coproduzione di Fuorimargine che arriva per la prima volta in Sardegna. Chiara Bersani è una performer e coreografa che esplora la politica del corpo. La sua ricerca si basa sul concetto di “Corpo Politico” e sulla creazione di pratiche che mirano ad allenare la sua presenza e la sua azione. “Sottobosco” sarà anticipato da un workshop di Chiara Bersani rivolto a persone con disabilità motoria di diverse fasce d’età, finalizzato alla costruzione di un ambiente in cui questi gruppi si potranno incontrare e diventare comunità.

Nel weekend del 21 e 22 settembre la coreografa e performer palestinese Samaa Wakim presenta “Losing it”, opera in cui l’artista si chiede come crescere in una zona di guerra, sotto la continua influenza della paura e il bisogno di speranza per sopravvivere, abbia avuto un impatto sulla sua identità.

Cristina Kristal Rizzo con il percussionista Enrico Malatesta presenta “Boga” in scena giovedì 26 e venerdì 27 settembre. La performance, partendo da una serie di dispositivi sonori e da semplici giochi pirotecnici, genera suono e luce, e prende la forma di un rituale urbano e celebrativo in relazione al campo di azione dei due performer coinvolti.

Sabato 12 e domenica 13 ottobre è la volta di Daniele Albanese che presenta “Appunti per il Sole” – in prima nazionale, una nuova produzione realizzata dal coreografo in dialogo con i danzatori e il musicista Simon Balestrazzi e in collaborazione con Insulae Lab, Centro di Produzione della musica Jazz.

Il 19 e 20 ottobre Autunno Danza apre una finestra sulla produzione di Alessandro Sciarroni, artista vincitore del Leone d’Oro alla carriera per la Danza nel 2019, e una delle più importanti voci della contemporaneità nel campo delle arti visive e della ricerca teatrale, che torna in Sardegna con due tra i suoi più recenti lavori.
La prima opera a essere presentata, sabato 19 ottobre è “Op.22 N2”, un solo di Alessandro Sciarroni creato per Marta Ciappina, danzatrice con la quale il coreografo collabora da diversi anni. Il solo è ispirato al poema sinfonico del compositore finlandese Jean Sibelius: “Il cigno di Tuonela” e basato sul poema epico Kalevala della mitologia finlandese.
Domenica 20 ottobre sarà possibile assistere a “Dream”, opera site specific per otto performer, un pianista e un pianoforte, un’osservazione dell’essere umano visto da vicino.

Autunno Danza 2024 prosegue con Ariella Vidach – Aiep che presenta “Nel bosco del futuro” a Cagliari il weekend del 26 e 27 ottobre nella cornice di Tuttestorie, Festival di Letteratura per Ragazzi. Un racconto musicale multimediale dove immergere sogni e desideri della contemporaneità, a partire dall’immaginazione di una visione del futuro del pianeta.

Il coreografo Enzo Cosimi, sabato 9 e domenica 10 novembre presenta “Le lacrime dell’eroe /Al vs Oreste”. L’opera si ispira all’ultimo capitolo dell’Orestea, Eumenidi, forse il più complesso atto della tragedia da trasferire sulla scena. Il dramma è già avvenuto e l’azione si sviluppa principalmente attraverso i dialoghi di un processo riportati qui grazie al confronto con un’intelligenza artificiale, progettata appositamente.

Giovedì 21 e venerdì 22 novembre in anteprima per Autunno Danza, Matteo Sedda, un coreografo e performer di origine sarde, artista attivista impegnato sul tema dell’Hiv/Aids, porta in scena “Fuck me blind”. Ispirato a Blue, ultimo film autobiografico di Derek Jarman, “Fuck me blind” è un duo in cui i performer condividono lo stesso pivot point.

In scena domenica 24 e lunedi 25 novembre in collaborazione con Carovana SMI, Marta
Bellu con “I Versi delle mani”.
Il progetto nasce dall’incontro di Bellu, con la musicista Agnese Banti e la danzatrice con sindrome di Down Laura Lucioli.

Martedì 26 Michele Di Stefano/mk, vincitore del Leone d’argento per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia, porta a Cagliari “Panoramic Banana – Album degli abitanti del nuovo mondo”. La nuova produzione di mk è un caleidoscopio di danze ed immagini immerse in una sonorità ibrida, calda come una fornace, una produzione incessante di sistemi coreografici che sembrano rimandare ad un nuovo folklore, evocativo di un mondo a venire, in cui il disordine delle cose è la regola, e l’ambiente si fa torbido e pulsante, finalmente indisturbato nel suo desiderio di ‘rewilding’.

Chiude la trentesima edizione di Autunno Danza domenica 8 dicembre, Vitamina con
“LENTOXVIOLENTO”,
un viaggio nell’ultra-fiction del XXI secolo che abbraccia le narrazioni iperreali di pubblicità, marketing e intrattenimento. Vitamina nasce a Bruxelles nel 2021 ed è co-diretta da Alessandra Ferreri e Joshua Vanhaverbeke la cui ricerca è guidata dal fascino magnetico verso l’osceno e l’eccesso, estetiche supreme di una mitologia neoliberale emergente.

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