Venezia, l’Isola alla Mostra del cinema. Prima mondiale per Princesa di Muresu

di Andrea Tramonte

Princesa è una ragazza nigeriana arrivata nell’Isola attraverso i canali terribili delle tratte di esseri umani, nelle rotte che dall’Africa portano all’Occidente non con il sogno di una vita migliore ma con il destino di finire nel mercato della prostituzione. La pellicola di Stefania Muresu nasce dall’incontro con la ragazza all’interno di una comunità di accoglienza cagliaritana, dopo che la giovane donna era riuscita a liberarsi dalle maglie dello sfruttamento. “Nei nostri incontri Princesa appare fugace, imprendibile e assorta in una ricerca che ci vede entrambe coinvolte”, racconta la regista, classe 1979. Lo sguardo si traduce in una pellicola muta che percorre città e periferia, luoghi sacri e approdi naturali, attraverso immagini in super 8mm e 16mm e un registro che si situa a metà tra il documentario e la ricerca visuale. “Una poetica nuova e uno sguardo fuori dal tempo – spiega Muresu -, che mi consente di tracciare una mappa visiva e sonora di una possibile storia – per quanto transitoria – intorno a lei”.

L’opera – che si intitola appunto Princesa – sarà protagonista giovedì di una proiezione alla Mostra del cinema di Venezia e si inserisce nell’ambito delle attività della Sardegna Film Commission alla Biennale. Scritta insieme a Fabian Volti e Carlo Doneddu come autore della colonna sonora, è prodotta da Caucaso in collaborazione con Roda Film, con il contributo della Regione e il supporto della Società Umanitaria di Carbonia e della Fondazione Sardegna Film Commission. Lo scenario è quello di un Mediterraneo che guarda al Sud, presentato come una terra di riti e credenze. La giovane protagonista della pellicola è stata vittima di un maleficio da cui cerca silenziosamente di liberarsi e “la sua biografia non scritta rivela una storia di tratta e di superstizione”. “Il desiderio del film nasce dall’incontro personale con Princesa e dalla volontà reciproca di lasciare una traccia, un segno della sua storia e della storia di molte altre donne nigeriane – racconta la regista -. Cerco di raccontare un cammino personale di autodeterminazione come donna, straniera, migrante, stretta dentro gli argini di uno stereotipo”. Il maleficio di cui è vittima la donna è quello di un rituale tradizionale – il rito juju – con cui si stabilisce un debito in denaro e si instaura un rapporto di dominio generato dal potere della stregoneria africana. Violenza simbolica sulle donne, persecuzione psicologica ancor più forte della coercizione fisica, che stringe le vittime e le imprigiona nella schiavitù sessuale. Il film racconta un percorso di liberazione della donna, una trasformazione interiore ed esteriore, mettendo al centro l’icona femminile e la sua sacralità, tra religiosità cristiana, animismo primitivo e i culti – di recente introduzione nell’Isola – della chiesa evangelica nigeriana.

Oggi – domenica 5 settembre – la Fondazione è protagonista a Venezia anche con l’anteprima mondiale di “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo, interpretato da Toni Servillo, Silvio Orlando e Fabrizio Ferracane e con Luca Bigazzi alla fotografia. Nel film il carcere di San Sebastiano di Sassari è il fulcro della storia, ambientata in un vecchio carcere in dismissione che per problemi burocratici vive giornate paradossali: i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti con pochi agenti rimangono in attesa di nuove destinazioni. In un’atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove forme di relazioni. La Film Commission sbarca alla Mostra del cinema anche attraverso una serie di attività legate alla promozione della sostenibilità. Si inizia oggi con la conferenza “Stainos, cocciule, bentu e Sali. Dalla Sardegna a Venezia, la narrazione della sostenibilità attraverso i linguaggi contemporanei”. Un incontro per condividere con il pubblico la narrazione della residenza del gruppo di ricerca Ocean Fellowship curata dalla Fondazione nell’estate 2021, attraverso le voci dei protagonisti e dei testimonial. Il cortometraggio realizzato dalla giovane regista cagliaritana Giulia Camba sarà presentato in anteprima durante l’incontro.

 

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