Una scuola di elettronica, nuove tecnologie e djing nel quartiere Sant’Elia: “Così la musica può combattere l’emarginazione”


di Andrea Tramonte

I corsi spaziano dalla produzione musicale al djing fino al beatmaking, senza tralasciare attività legate al coding e all’intelligenza artificiale. La scuola serve a trasmettere i rudimenti del “mestiere”, capire come funzionano software e hardware per produrre elettronica e quelli per mixare tracce, con uno sguardo a 360 gradi sulle nuove tecnologie. “Il nostro obiettivo è rendere accessibile la scoperta della musica grazie alle tecnologie elettroniche e digitali – spiega Teo Mannu, organizzatore di eventi, fondatore di Basstation e operatore culturale cagliaritano ideatore di Futura Tech Music -. Offrire strumenti e competenze abbattendo le barriere economiche e sociali, così che nessuno debba rinunciare alla propria passione o a costruirsi un futuro, anche professionale, nel mondo della musica”.

Inclusione è una parola chiave per comprendere la portata del progetto. La scuola aprirà a Sant’Elia a Cagliari e per la precisione negli spazi messi a disposizione dal Lazzaretto.
In questi mesi il bando “Contatto. Accendiamo idee” – promosso dal Comune di Cagliari – ha liberato energie per cercare di capire come creare nuovi servizi ad alto impatto sociale nel rione, rompere l’isolamento e ricucire il quartiere con il resto della città. Il gruppo informale nato intorno al progetto è composto da Mannu, Teresa Virginia Salis (in arte Tvs) che è produttrice e insegnante, Manuela Mannu che si occupa di amministrazione e infine Barbara Loi, psicologa e operatrice sociale. La scuola è legata a un evento – Musica futura – che si svolgerà al Lazzaretto a metà dicembre e porta avanti le stesse prerogative: formazione, educazione, coinvolgimento attivo di persone di età ed estrazioni sociali diverse attraverso un programma legato dal minimo comun denominatore della musica elettronica e delle nuove tecnologie.

“Quest’anno l’evento sarà rivolto alla fascia d’età della scuola dell’obbligo ma poi la platea si allargherà, mentre la scuola sarà aperta a tutti – spiega Mannu -. Certo idealmente guardiamo con più attenzione alle nuove generazioni e in generale vogliamo che la musica sia accessibile: produrre musica è difficile per i costi che non tutti possono permettersi. Il primo anno, grazie al supporto del Comune, tutte le postazioni saranno gratuite. Poi però riserveremo comunque attività a chi ha difficoltà economiche o vive situazioni di disagio”. Il rapporto col quartiere poi è cruciale. “Siamo in un coworking informale, una specie di hub composto da persone di Sant’Elia e persone esterne al rione. C’è una scuola di cucina, un’accademia d’arte, lo sportello della Fondazione Giulini e partecipiamo alle riunioni del presidio di Sant’Elia promosso dall’associazione La carovana, che sta sviluppando un progetto sul quartiere”.

I docenti ancora non sono stati resi noti ma saranno tutti professionisti nell’ambito locale della musica elettronica. L’evento Musica futura – il 14 e 15 dicembre al Lazzaretto – è un progetto differente ma profondamente collegato a quello della scuola, della quale anticiperà i temi. Durante le due giornate i giovani partecipanti potranno sperimentare laboratori e dimostrazioni pensati appositamente per la loro età. Percorsi avanzati per ragazzi (11-18 anni): focus su beatmaking, Musica e Ia e Dj. Laboratori pratici di produzione musicale: un’esperienza guidata per scoprire come creare musica con software intuitivi e adatti ai più giovani. Dimostrazioni di Djing e live performance: dimostrazioni pensate per rendere la tecnologia musicale accessibile e divertente anche per i bambini. Laboratori creativi per bambini: attività ludico-didattiche per i più piccoli (3-10 anni), dove potranno scoprire i suoni e sperimentare con la musica elettronica. “L’aspetto sociale per noi è fondamentale – conclude Mannu -. E Musica futura e Futura tech music puntano moltissimo anche sugli aspetti culturali della musica elettronica”.

Foto di Fabrizio Dessì

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