(A.T.) L’idea era quella di raccontare Cagliari – con alcune escursioni al di fuori della città – attraverso alcuni dei suoi luoghi più iconici. Bellezze paesaggistiche e archeologiche, certo, ma anche spazi meno definiti in grado di dirci qualcosa della contemporaneità del capoluogo. E poi ristoranti, centri culturali, esperienze come Castello in ascensore (in attesa che funzionino a dovere, naturalmente) o le passeggiate al tramonto lungo Buoncammino, simboli gastronomici imprescindibili per l’identità cittadina come la pizzetta sfoglia. Perfino momenti: come l’alba che sorge al Poetto “tingendosi del colore dei fenicotteri”. Il libro si intitola “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” (Emons edizioni), lo ha scritto il giornalista Sergio Benoni (fondatore di Radio X) con le foto di Daniela Zedda ad arricchire ogni capitolo.
Quello che emerge sfogliando il volume è quello di una città di oggi e probabilmente era questa l’intenzione principale degli autori. Un luogo che vive di testimonianze del passato di grandissimo valore – la Torre dell’Elefante, la chiesa di San Saturnino, il cimitero di Bonaria e numerosi altri – ma anche di spazi contemporanei che sono in grado di raccontare la direzione che la città ha preso (e prenderà sempre più in futuro) in settori dinamici e vitali come la cultura, la musica e l’enogastronomia. “Quante Cagliari esistono? – si chiedono gli autori -. Da qualche tempo la città è in cima alle classifiche e ai sondaggi sulla qualità della vita. Ideale buen ritiro, è il luogo perfetto non solo dove venire in vacanza ma dove ritornare, soggiornare a lungo, magari metter su casa. Città a misura d’uomo, non troppo grande né troppo piccola, con un rapporto a dir poco felice con il paesaggio, dove parchi naturali respirano dentro la cinta urbana, e falesie a picco e una spiaggia caraibica sono a pochi minuti dal centro”.
Naturalmente ci sono tante cose che mancano – ma ogni cagliaritano probabilmente farebbe elenchi diversi e del resto lo spazio di un libro non è infinito – e il volume non è il luogo per affrontare alcuni problemi che affliggono la città (esempio: il metter su casa di cui sopra non è proprio a portata di tutti, in città). Ma è uno strumento utilissimo per orientarsi, rivolto non solo ai turisti ma anche ai cagliaritani stessi che non sempre conoscono tutto quello che la loro città può offrire. C’è spazio anche per i luoghi più autenticamente popolari, dal quartiere di Sant’Elia al borgo pescatori a Giorgino, fino ai “caddozzoni” del Poetto. La street art a Villanova in via San Saturnino ai murales della Galleria del Sale nei pressi del Sant’Elia. La piazza San Domenico coi suoi bar e ristoranti frequentatissimi dalla “classe creativa” cittadina e un piccolo negozio di vinili come Potente records. Trattorie profondamente casteddaie come la Balena e ristoranti che si aprono a influenze più contemporanee o anche internazionali (Kobuta, Salsamenteria, Cucina.Eat, Pomata, Madriga, Sa Scolla). Spazi di produzione e fruizione culturale come Il Ghetto, il Lazzaretto, l’Exma, il Teatro Massimo e produzioni di piccoli artigiani e designer cittadini. E poi tracce di arte contemporanea e scultura di cui la città è ricca. Come il grande cerchio di Rossana Rossi – tra via Leopardi e piazza Galilei -, le sculture sonore di Pinuccio Sciola, le opere di Eugenio Tavolara, le tracce di architettura contemporanea lasciate da Ubaldo Badas. E molto altro ancora. Del resto uno dei pregi del libro è quello di aprire delle porte e invitare chi è curioso – viaggiatore cagliaritano che sia – ad approfondire ulteriormente. Segno di quanto ci sia da scoprire di Cagliari. Anche per noi.