Un albero per ricordare: la scultura partecipata di Bruno Meloni tra i colli del Roero in Piemonte

Un Uomo Albero in acciaio, alto undici metri e più. Stagliato contro un muro di mattoni rossastri. Gambe possenti radicate nella terra, madre e nutrice. Braccia protese verso il cielo, lunga dita flessuose come rami spogli, ma sonore al vento come fronde. Il corpo rivestito da lamine di terracotta che tintinnano appese a spaghi: corteccia mobile, intagliata da centinaia di mani che raccontano: io c’ero. È l’installazione che Bruno Meloni ha presentato a Cisterna d’Asti, dove si svolge l’edizione 2025  di “Creativamente Roero – Residenze d’artista tra borghi e castelli”. Dal 2018 la rassegna, organizzata dall’associazione dallo stesso nome,  a cura di Patrizia Rossello, invita nei borghi storici delle colline piemontesi quattro esponenti dell’arte contemporanea, che producono le loro opere interagendo con il territorio e la popolazione. Quest’anno, c’è anche l’ingegnere e street artist cagliaritano.

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«Libertà è partecipazione», dice Bruno Meloni citando Giorgio Gaber: «Si partecipa non per esporre sé stessi, ma perché in questa temperie culturale partecipare è un gesto politico, quando si ha l’occasione di portare, o perlomeno smuovere, un pensiero».  “In agricoltura” è il tema di Creativamente Roero 2025. «In un gioco di suggestioni e rimandi ho pensato a qualcosa che nascesse dalla terra e si sviluppasse verso l’alto in forma umana. Humus e homo, uniti dalla medesima radice etimologica».La struttura tralicciata, in acciaio per cemento armato, è alta 11,86 metri e pesa 577 chili. Il progetto di Bruno Meloni è stato eseguito a Elmas nell’officina di Frem Group dai tecnici Diego Caria, Alberto Mereu e Giuseppe Loi, coordinati dall’ingegnere Michele Pusceddu. L’opera è stata tasportata in Piemonte divisa in tre pezzi separati e riassemblata nello spazio assegnato all’artista cagliaritano: appena fuori dai bastioni di Cisterna d’Asti, a ridosso di un boschetto che, al primo sopralluogo, si presentava come una sfilata di rami nudi nel cielo d’autunno. Bruno Meloni partecipa a Creativamente Roero 2025 su segnalazione del collezionista e promotore culturale Ercoli Bartoli e della Fondazione per l’Arte Bartoli Felter.

Materiali e tecnica. L’acciaio da cemento armato, materiale da edilizia, e competenze da ingegnere per un’opera insieme solida e suggestiva. «La tecnica – precisa Meloni – è solo lo strumento per dire al meglio ciò che ti sei immaginato. Tenendo conto anche delle variabili economiche. A volte ti esprimi con il ferro, a volte con la terracotta, a volte semplicemente col suono». In questo caso, sono presenti tutti e tre: le dita dell’Uomo Albero sono filamenti d’acciaio che al vento cozzano con rombare di tuono. Le lamine di terracotta che ne rivestono il corpo hanno un suono gentile di campanelle.

Il percorso. Nel suo aspetto formale, l’opera nasce dalla lunga ricerca dell’artista sulla rappresentazione, con materiali differenti, di una figura umana altamente stilizzata. In formato mini, come nei disegni su carta o su piastrelle di terracotta (per il laboratorio Raku alla Marina) oppure nelle spille d’argento prodotte in collaborazione con l’orafa Karabà. Ma anche in versione maxi, come nelle “Figure giganti in tondino di ferro con anima sonora in lamina di terracotta” allestite al Giardino Pubblico di Cagliari (Festa della Ceramica 2021);  o nelle lamiere sagomate dei “Minotauri” esposti intorno e dentro alla Facoltà di Ingegneria e Architettura, dove Meloni si è laureato e ora fa il tutor. A Cisterna d’Asti, la figura stilizzata – corpo massiccio e piccola testa – esplode in un imponente fuori scala e diventa l’Uomo-Albero. 

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