Surf, il libro di Diddo Ciani: una guida alle onde del Golfo di Cagliari, tra consigli, poesie e ricette

di Andrea Tramonte

La scrittura per lui è sempre stata un rifugio, un momento di intimità e riflessione: amava buttare giù poesie, appunti sul mare e sul surf, perfino ricette che scriveva dettagliatamente e sottoponeva ai suoi commensali. A due anni circa dalla scomparsa di Diddo Ciani la figlia Camilla ha deciso di dare alle stampe materiale inedito che l’autore ha elaborato fino al 2021 e da cui avrebbe voluto ricavare un libro: si tratta di una “Guida sentimentale alle onde del Golfo di Cagliari”, un volume – con la grafica editoriale di Marco Santaniello, le illustrazioni di Stefano Piraz e la stampa di Oreri – che alterna informazioni utili per surfare nella zona del Capoluogo a poesie e ricette (quasi sempre) di mare. 

Diddo, cagliaritano, è stato uno dei pionieri del surf in Sardegna, un punto di riferimento per gli amanti di questo sport: iniziò a praticarlo nel 1978, appena 18enne, poi tre anni dopo si dedicò anche all’insegnamento di sport marini e nel 1999 aprì una vera e propria scuola di surf a Cagliari. Come scrive Maurizio Spinas nella sua introduzione, Ciani era “una persona sensibile e attenta a rilevare gli aspetti più curiosi del contatto con la natura e con il mare della nostra Sardegna”. E il libro è ricco di informazioni utili sia per surfisti esperti ma anche per chi ha iniziato ad avvicinarsi da poco al mare e alle onde. “Il rilevamento delle posizioni geografiche, delle spiagge e dei luoghi spesso da lui scoperti, insieme alle condizioni meteo marine, fanno di questo scritto un’opera minuziosa in cui traspare l’amore che l’autore prova per questo sport e per la sua terra – si legge ancora nell’introduzione -. Questo sentimento si manifesta in poesia, in versi e rime che colorano la lettura, dando un taglio profondamente poetico al testo”. 

Il libro – che verrà presentato giovedì 30 maggio al Radio X Social Club all’Exma a Cagliari, con un talk dedicato e musica a cura di Antonio Benoni e Francesco Tedde – è diviso in capitoli ‘geografici”: per ognuno dei luoghi della guida (dalla Sella del Diavolo al Poetto a Giorgino fino a Chia, ma anche la costa di Villasimius) Diddo associa una piccola poesia, informazioni utili per i surfisti e poi una ricetta da assaporare al termine della sessione (fa eccezione il Poetto, dove il consiglio è quello di fermarsi dai “caddozzoni”). Così della Sella del Diavolo Ciani scrive: “L’onda rompe su un ciottolato misto di pietre, rocce e alghe su un fondale che parte da circa due metri per arrivare a trenta centimetri. Luogo che è nido di gabbiani e cormorani con la particolarità di racchiudere in sé gli odori, i rumori e l’essenza dell’era arcaica”. E il piatto che associa è una impepata di arselle con pancetta affumicata, aglio, peperoncino e limone, ceci con prezzemolo, olio, aceto balsamico e zenzero. 

Nei suoi scritti emerge in modo intenso il suo rapporto con la natura e il suo amore smisurato per lo sport. Il surf è così lo strumento di una connessione profonda col mare. Del resto, “l’onda la fa il surfista”, diceva. “Spingiamo la tavola contro l’acqua con la prua in alto. Remiamo. Ci sentiremo scivolare in un denso vuoto. Lasciamoci andare.  Mettiamoci in piedi. Siamo nell’onda”. 

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