Streghe e fate tra mito e leggenda nel progetto Janas Academy

La leggenda narra che in un tempo lontano alcune donne anziane in Sardegna, dotate di poteri straordinari confezionassero, specie in alcuni periodi dell’anno, fasci di erbe che le avrebbero tenute al riparo da quelle creature invisibili che arrivano quando il sole tramonta. Tali erbe potevano essere bruciate all’interno del camino o utilizzate come vapori benefici in grado di scongiurare non solo gli spiriti maligni, ma la malattia fisica e mentale.

Alcune donne, più inclini al male che al bene prendevano il nome di bruxias, maiarzasa (che significa streghe): esperte conoscitrici delle arti magiche, erano in grado di compiere malefici (fatturas) previa ricompensa. Minare la salute di qualcuno o mandare in rovina un’intera famiglia con parole misteriose e bamboline di pezza con spilli conficcati ovunque (ribattezzate con il nome del malcapitato di turno) era davvero semplice per vecchie fattucchiere senza scrupoli.

Riti, miti e leggende che Claudia Zedda, 44 anni, cagliaritana, racconta con una voce che sa persuadere e incantare, spalancando le porte a un mondo esoterico, popolato di fate, parole sussurrate e amuleti, dove la realtà si fonde con la magia. Laureata in materie letterarie con indirizzo antropologico, Claudia inizia con il giornalismo, ma non fa per lei. Decide di puntare tutto sulla comunicazione, valorizzando la sua adorata terra attraverso i suoi racconti speciali per mezzo di Instagram, un blog e i suoi libri. Partita in sordina, complice il covid, inizia la sua avventura con Janas Academy nel 2019, un percorso didattico sul web, a metà strada tra esoterismo ed etnobotanica.

“Mi è sempre piaciuto scrivere e raccontare storie – afferma – ho deciso di cominciare dalla mia tesi di laurea ‘Creature fantastiche in Sardegna’ che è anche il mio primo libro”.

Dal vastissimo patrimonio di contos (racconti) appartenenti a tutta l’isola e dalle testimonianze raccolte in tutto il territorio sardo nasce e cresce un progetto che oltre ad avere l’obiettivo di raccontare tradizioni ormai dimenticate, spalanca le porte al soprannaturale. Le narrazioni attraverso le sue appassionanti pagine social ricche di suggestive immagini, invogliano a scoprire quale sia il segreto dell’acqua di San Giovanni oppure il significato dell’elemosina del pane: ‘sa limosina de pani oberati totus is gennas’ (l’elemosina del pane apre tutte le porte). Il pane infatti è simbolo di comunicazione, del nutrimento e aiuta a creare un ponte gli antenati, con i nostri defunti che si ricorderanno di noi. Ci si ritrova a riscoprire la sacralità di piccoli gesti, sepolti nella memoria, dei valori che rivivono tra le pagine dei libri di Claudia e rituali antichi che rivelano una Natura Maestra.

Claudia insegna a creare uno spazio interiore, a trovare la magia nel quotidiano, per guarire e rigenerarsi a contatto con la natura e prima ancora con se stesse. Insegna alle donne il valore di una comunità (fatta di donne) che condivide valori e visioni, la saggezza antica per rimanere in equilibro, creando uno spazio interiore nonostante la frenesia. “Non celebriamo i cicli annuali, la luna e la terra, li sentiamo dentro di noi” – afferma decisa la curandera sarda. Insegnare alle donne a mettere a frutto il potere ancestrale e la spiritualità legata alla terra è diventata per lei una missione di vita: “Impariamo a dire di no risvegliando la nostra consapevolezza, come farebbe una dea o una fata”.

Il progetto di Janas (fate per l’appunto) oggi festeggia cinque anni. E’ rivolto a donne e uomini, ma è frequentato molto più dalle donne, più sensibili e affini alle tematiche trattate. Janas indaga il mito della donna-fata nei secoli: le fate che si trasformano in streghe. E la strega nasce perché la società patriarcale e maschiocentrica ha voluto confinare la donna tra stracci e scope. A questa narrazione forse la donna si è sempre ribellata. Quella stessa disobbedienza a cui l’uomo abbandonato risponde oggi con efferatezza e violenza.

In Sardegna la strega è vita e morte, è contraddizione per sua stessa natura. La strega un tempo era la disobbediente per antonomasia. La parola strega in Sardegna cambia da nord a sud: nella parte settentrionale dell’isola si chiama stria, in campidano coga, e al centro surbila. Ma è è sempre lei, la donna, la protagonista di tanti racconti fantastici. E se queste narrazioni erano strumenti funzionali, un ponte tra nuove e vecchie generazioni, oggi noi abbiamo il dovere di recuperare il senso più profondo di questa tradizione, cercando di mantenere intatta la loro autenticità. Le janas incarnano creature indipendenti che conoscono i confini del bene e del male, sono Maestre, conoscono i segreti della tessitura, della panificazione, delle erbe officinali. Condividono e custodiscono i saperi antichi. Il legame tra magia e donna è un concetto atavico, appartiene al racconto, ai romanzi, al cinema, alla nostra cultura mediterranea in genere che il 6 gennaio festeggia la strega-maga patrona: la Befana. Per capire e riscoprire il ruolo della donna oggi, ben vengano le leggende sulle Janas, da cui si potrebbe imparare che cosa significa la parola sorellanza.

“Oggi la Sardegna è raccontata in tanti modi – afferma Claudia – forse perché ha maggiore appeal, ma io vorrei che ci fosse maggiore verità, perché un domani questi racconti andranno in eredità ai nostri figli e nipoti. E un passaggio di consegne che manca di autenticità altrimenti. Non si può parlare di un popolo che non esiste. È necessario un approccio più rigoroso, scientifico, che individui le fonti, i testi e bibliografie, altrimenti potremmo raccontare tutto e il contrario di tutto”.

Janas Academy oggi è diventato un percorso formativo talmente ricco e completo da meritare l’accreditamento dagli enti di formazione di naturopatia e medicina olistica.

E mentre Claudia sta per pubblicare il suo ottavo libro, esiste il progetto del film Janàsa, per la regia di Alessandra Usai (produzioni Nical Films), tratto dall’omonimo libro (edizioni Condaghes). La presentazione ufficiale del film si è tenuta al salone del libro di Torino lo scorso 9 maggio. Le parole di Claudia regalano una grande emozione: “Ho la responsabilità di rappresentare restituire a Sardegna, che per me è mamma, un briciolo di quella bellezza che lei mi regala”.

Alessandra Piredda

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