Storie e immagini diventano musica, suggestioni al Cala Gonone jazz festival

Quattro concerti hanno scandito la prima giornata, della XXXII edizione del Cala Gonone jazz festival la manifestazione organizzata dall’associazione Intermezzo Nuoro, che si è aperta alla Cantina di Dorgali. Proprio la sala conferenze della cantina è stata palcoscenico per la musica di strada del giovanissimo Andrea Cubeddu, one man band, busker e bluesman esordiente. Con due dischi già all’attivo, Cubeddu, per quanto ancora emergente, non si può definire né un dilettante, né uno sprovveduto e al pubblico lo fa capire immediatamente grazie alle doti che più di tutte contraddistinguono l’arte di strada e la musica blues: il racconto. Parla di tutto, questo ragazzo oranese, classe ’93, espatriato verso il Veneto. Nel suo girovagare ascolta, elabora, accumula esperienze, le metabolizza e le mette in musica. Sceglie l’inglese, ci racconta, perché più adatto alle metriche del blues, ma non esclude le influenze che la sua terra, la Sardegna, gli trasmette.

Tutto esaurito per i Safir Nòu (Antonio Firinu – chitarra e fisarmonica, Sergio Tifu – violino, Ivana Busu – elettronica, Andrea Lai – contrabbasso, Antonio Pinna – batteria) progetto di musica strumentale che spazia dalla musica cinematica, al rock, alla world music che si sono esibiti all’Acquario di Cala Gonone. “Il gruppo (nella foto) si è formato tre anni fa dopo l’incisione del primo disco e aveva un’altra formazione rispetto a quella odierna – spiega la fisarmonicista, Ivana Busu – Firinu ha composto i pezzi qualche anno fa e come progetto Safir Nòu abbiamo un altro album. Cerchiamo di mantenere delle sonorità abbastanza ricercate e originali, ci rifacciamo molto ad un genere ‘cinematografico’, allo stesso tempo il nostro è un lavoro che si lascia contaminare da musiche mediterranee, scandinave e nord-europee per cui non amiamo incasellarci in un unico genere, bensì lasciamo che siano gli ascoltatori a riservarsi un giudizio in merito”.

Tra linguaggi e immagini, il terzo spettacolo, all’Arena Palmasera. Gianrico MancaTransition Quintet Rizoma è il progetto capitanato dal batterista che porta sul palco quattro musicisti (Matteo Piras – contrabbasso, Vittorio Esposito – piano, Jordan Corda – vibrafono, Antonio Floris – chitarra, anche loro giovanissimi) provenienti da esperienze e formazioni molto diverse. “Mi interessa molto il tema del subconscio che si fa reale attraverso l’arte e la creatività – sottolinea Manca- . Mi sono ispirato alle opere di alcuni artisti che sono sempre stati controcorrente e hanno cercato di decostruire il linguaggio nella sua fruizione comune. Penso a chi ha saputo rompere gli schemi, scandalizzando e destabilizzando l’ordine e le regole del linguaggio: Carmelo Bene, filosofi come Gilles Deleuze e Lacan, pittori come Basquiat o scrittori come Borges o il nostro Sergio Atzeni”.

La prima serata del Cala Gonone Jazz Festival si è conclusa con il set di Malasorti (Francesco Medda ‘Arrogalla’ elettronica – Emanuele Pittoni, voce – Francesco Bachis, alla tromba). La forte presenza scenica dei componenti ha creato un dialogo serrato con il pubblico, tra tematiche comunitarie, quotidiane, attuali.

Martina Serusi

(Foto Antonio Dejua)

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