Storie dei migranti in fuga dalle guerre, un libro racconta i rifugiati a San Gavino

Parole e immagini per dare voce agli “ultimi fra gli ultimi”, i nuovi migranti. Una marea umana in fuga da guerre, miseria e persecuzioni. Le storie di questa loro odissea sulle rotte Africa-Europa sono state lo spunto per un libro illustrato “AJAJA=ayeeyo”. Parole che uniscono il Mediterraneo”. Un lavoro editoriale e di solidarietà frutto della collaborazione tra l’associazione Chine vaganti e il progetto Siproimi “San Gavino Humanitas”, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Sarà presentato il 3 gennaio alle 18.30 da Case a Corte a Guspini.

Sei racconti di fantasia ispirati alle testimonianze dei ragazzi accolti all’interno del progetto di cui il Comune del Campidano è partner assieme alla cooperativa Recherche. Il ricavato del libro andrà a sostegno di iniziative di sviluppo e cooperazione in Africa. Nelle storie firmate da Marcello Lasio, Andrea Pau Melis e Spooky Alec, ci sono i ricordi di quanti hanno sfidato l’attraversamento di deserti e le insidie del mare su natanti di fortuna tra violenze, paura, speranza, ma anche i piccoli gesti di solidarietà tra compagni di sventura. Ad arricchire i racconti ci sono le illustrazioni di Alessandro Aroffu, Sofy Inconis, Elena Murgia, Nicola Wonderland, Maurizio Nonnis, Boccolo Andrea Orru, Roberta Pisanu, Sara Secci, Monica Twins Tronci Pau, Luca Usai, Laura Vacca, Jean Claudio Vinci. Il libro accoglie anche il contributo del giornalista appassionato di fumetti, Manuel Scordo, autore di “C3”, un intenso e originale racconto tra reportage e finzione.

La copertina di Giacomo Putzu riassume il senso dell’iniziativa: una efficace sintesi grafica e linguistica per valorizzare le differenze e unire i mondi in un gioco di riflessi. “Parlare di accoglienza presuppone un punto fondamentale, l’accettazione dell’altro e della sua cultura, del suo vissuto, del suo mondo – si legge nella prefazione di Diego Serra, coordinatore del progetto -. Se manca questo presupposto non esiste accoglienza, ma mondi separati che non dialogano”.

 

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