Sport e responsabilità sociale, i valori dell’impresa di oggi: l’impegno del Gruppo Acentro

Spesso le vicende private sono il prologo di qualcosa di grande che travalica i confini di ciascuno e unisce le persone in imprese impensabili. Nel caso di Michele Marongiu, direttore commerciale dell’ Acentro, concessionaria sarda dei marchi Stellantis, le molle sono state due: la passione sportiva per la bicicletta e l’ultracycling, e il figlio, diventato disabile all’età di 16 anni. Dal connubio di due esperienze così diverse e la condivisione con la propria azienda delle finalità filantropiche, è nata  “Acentro per il sociale”, una divisione del gruppo Acentro che ha l’obiettivo di veicolare, senza alcun scopo di lucro, dei messaggi positivi e dei valori mirati all’integrazione sociale e alla sostenibilità ambientale.

Dalla Lapponia al Marocco seguendo la bussola del sociale

Il progetto nasce un po’ casualmente, e la spontaneità sarà effettivamente un tratto caratterizzante dell’iniziativa di responsabilità sociale di un Gruppo conosciuto in tutta Italia. “Nel 2021, in occasione di un evento sportivo di lunga distanza chiamato ‘North Cape 4k’, sono partito con tre amici da Rovereto arrivando fino a Capo Nord, percorrendo 4800 chilometri in bicicletta in 21 giorni – racconta Marongiu -. Analizzando il percorso ho notato che saremmo passati per Rovaniemi, in Lapponia, famosa per essere la città di Babbo Natale. Da lì è nata l’idea di far ricevere a Santa Claus delle letterine da parte di bambini e ragazzi disabili sardi. Non c’erano richieste di regali ma storie vere e testimonianze di coraggio che potessero essere d’aiuto e d’ispirazione per altri coetanei e per i loro genitori. Queste storie erano così potenti che abbiamo poi realizzato un libro, distribuito gratuitamente e scaricabile dal sito www.acentroperilsociale.it ”.

Da un evento sportivo si è dato parola al mondo della disabilità infantile. E dalla Lapponia si è tornati poi a Cagliari realizzando un evento, a dicembre 2021, che “ci ha visto consegnare libri e ricordi in azienda”. E proprio in quell’occasione scatta un’altra scintilla: “Ho conosciuto una donna malata di cancro – si emoziona ancora al ricordo Marongiu -, la sua storia mi ha così colpito da pensare che potesse essere la continuazione di questa iniziativa, ovvero dare la possibilità di poter parlare ancora del sociale”. Così è nata la ‘Marocco expedition women challenge’, un’impresa sportiva che ha visto protagoniste tre donne guarite da un tumore. Donatella Mereu, Paola Zonza e Daniela Tocco sono salite in sella alle bici e hanno percorso 450 chilometri in sei giorni, attraversando i deserti del Marocco. Una nuova sfida vinta, con se stesse, ma anche una maratona di solidarietà. “È  nato da questo un messaggio fortissimo: così come nella vita, con la determinazione e il coraggio si può guarire dalla malattia, anche nello sport, ciò che sembra impossibile può diventare possibile – continua Marongiu -. L’iniziativa si è avvalsa non solo del supporto e del patrocinio di aziende e istituzioni, ma anche di donazioni fondamentali per la riuscita della spedizione. Abbiamo ricevuto defibrillatori, materiale medico e materiale  tecnico. C’è chi ha aiutato con la preparazione atletica, ognuno ha messo in campo la propria voglia di partecipare. Nessuna legge del marketing è stata adottata, solo spontaneità e condivisione”. L’iniziativa del Marocco è stata seguita a livello medico da uno staff di prim’ordine: “Lo scopo della sfida non è stato solo sociale ma anche scientifico. Ci ha supportato in sede il dottor Marco Scorcu, responsabile Medicina dello sport dell’Assl di Cagliari, Ospedale San Giovanni di Dio e responsabile sanitario del Cagliari Calcio più la sua equipe, la dottoressa Rita Nonnis, chirurga senologa dell’Aou di Sassari, che ha seguito la spedizione anche in Marocco, oltre al videomaker Pierandrea Mascia, il coach Antonio Marino, la guida Maurizio Doro, esploratore estremo e lo stesso Michele Marongiu.

Il progetto nelle sale

Tutta questa avventura sta per essere raccontata in docu-film, attualmente in lavorazione, allo scopo di rappresentare l’intero progetto, che verrà proiettato in alcune sale cinematografiche ma anche su altre piattaforme di distribuzioni multimediali. L’idea, infatti, è quella di perseguire un progetto dall’alto contenuto etico che è il riflesso di una reputazione aziendale che va di pari passo con il core business. “Dietro Acentro per il sociale c’è una grossa realtà produttiva, all’interno della quale lavorano persone sensibili ed entusiaste – chiosa Marongiu -, a partire dal presidente Nanni Fodde, 97 anni, ancora presente e molto coinvolto anche in queste iniziative, proseguendo con l’amministratore  del gruppo, Enrico Fodde. Il nostro motto, che ha mosso soprattutto l’iniziativa in Marocco, è : ‘Lotterai, l’otterrai, lo terrai’. Lottare vuol dire ottenere, quindi perché non trasmettere questo messaggio? Sono segnali positivi, ne abbiamo bisogno tutti, alcuni più di altri”.

In collaborazione con Acentro per il Sociale

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share