Miglior lungometraggio a Europa di Kivu Ruhorahoza; miglior corto a So What if the Goats Die di Sofia Alaoui; menzione speciale per Bloody Nose, Empty Pockets dei fratelli Turner. Sono i vincitori del Carbonia film festival, proclamati nella giornata conclusiva della nuova edizione. Il festival, nonostante le incertezze e le difficoltà di questo anno così particolare, si è concluso con successo proponendo ancora una volta una ricca selezione internazionale incentrata su due grandi temi della contemporaneità, ovvero lavoro e migrazioni. Il primo successo è stato quello di riportare il pubblico ad avvicinarsi alla sala cinematografica per seguire gli appuntamenti del palinsesto cittadino. Il secondo successo è stato quello della sala virtuale del festival, la piattaforma streaming del Cff, che ha permesso ai film in concorso di varcare i confini regionali rendendoli fruibili gratuitamente in streaming su tutto il territorio nazionale.
“Possiamo considerare vinta la sfida che abbiamo accolto di realizzare il festival malgrado il difficile contesto italiano e internazionale. Lo streaming si è rivelato una scelta vincente. Lo dimostrano le migliaia di persone che hanno affollato la nostra sala virtuale, la ricchezza delle conversazioni registrate con gli autori della competizione e l’altissima media che tutti i film del concorso hanno registrato con il voto del pubblico”, dichiara il direttore del festival, Francesco Giai Via. “Nel panorama nazionale dei festival cinematografici di qualità Carbonia c’è, ha guadagnato un suo posto grazie alla capacità progettuale di un gruppo di lavoro radicato nel territorio ma che ha le competenze e la voglia di ampliare costantemente i propri orizzonti”.
“È stata un’edizione “complicata” ma comunque di grande interesse e partecipazione! Il lavoro profuso in tutti questi mesi ha portato i suoi frutti: lo testimoniano le tante presenze in sala durante le proiezioni e le visualizzazioni dei film del concorso sulla piattaforma streaming, cresciute in modo costante e progressivo. Un’esperienza che, ci siamo già detti, contiamo di ripetere, anche senza i condizionamenti dettati dalla pandemia”, prosegue Paolo Serra, direttore del Centro servizi culturali Carbonia della Società Umanitaria. “Ci confortano le numerose attestazioni di stima e i complimenti per la macchina organizzativa che è stata approntata e che ha garantito la partecipazione in sicurezza, merito di un intenso lavoro condiviso.”.
16 film in concorso per 13 paesi, dalla Cina all’Africa, dagli Usa al Sud America passando per l’Europa. E poi ancora 7 eventi speciali, 2 mostre, una performance live, 8 conversazioni con i registi (in collaborazione con Eja TV e Fondazione Sardegna Film Commission) e un’assemblea digitale pubblica in partnership con LaComune. (Foto di Fabio Dongu)