L’arte sarda perde un’altra grande esponente. Si è spenta ieri all’età di quasi 97 anni (a ottobre) Liliana Cano. La pittrice ha continuato a dipingere sino a pochi mesi prima della sua scomparsa.
A darne notizia il figlio Igino Panzino, pittore anch’egli. Un Dna artistico comune in famiglia: la madre di Liliana Cano era una pittrice, così pure le sorelle e lo zio Attilio Nigra, anche scultore.
I suoi campi di ricerca sono sempre stati la figura e l’immagine, la Sardegna vista come prototipo, i muralismi ed altri materiali orizzontali e verticali. Zingare, donne popolane, cavalli, paesaggi, dove emergono colori decisi, con predilezione per il rosso. Ci sono i temi religiosi, ma anche i temi dell’Odissea. Liliana Cano dipingeva con esuberanza e gioia, passione e generosità. Con grandissima vitalità.
Nata a Gorizia il 10 ottobre del 1924, nel 1936 studia a Torino presso l’Accademia Albertina con Omegna e Valinotti. Dal 1946 è a Sassari in sodalizio con pittori e scultori dell’Isola nel campo della ricerca e della sperimentazione.
Negli anni ’70 realizza il monumento alla donna e le sei pareti della chiesa di san Lussorio a Oliena. E il Murale di Bono dedicato a Giommaria Angioy e ai Moti Antifeudali a cui seguono Ozieri, Bultei, Irgoli, Oliena, e altri centri della Sardegna.
Negli anni ’80 esegue gli Amanti del Sole per l’Università di Tolone Sardegna, grande telero per la World Trade Center di Amsterdam. Tre grandi teleri per la chiesa di San Francesco d’Aglientu. Anni ’90 a Orgosolo Via Crucis e San Giovanni per la parrocchiale Tra i Lecci per la sala del Consiglio.
Nel 2000 realizza: l’altare centrale per la chiesa dell’ospedale di Palmanova in Friuli; realizza la Via Crucis, la Gloria degli Angeli, l’Adorazione dei fedeli, la Crocifissione, L’Ultima Cena per la Chiesa di San Vittorio a Santa Teresa Gallura, la decorazione del complesso Sala Convegni Su Cologone Oliena, sempre a Oliena realizza la Passione Secondo Matteo.