‘Sardegna concerti’ dice addio al Parco dei suoni e accusa la Regione che “non paga”

Sardegna concerti‘ dice addio Parco dei Suoni di Riola Sardo, L’organizzazione si ritira e annuncia: “Gettiamo la spugna”. Niente più programmazioni di grandi eventi sul palco dell’Oristanese da parte dell’associazione guidata da Massimo Palmas in questa “struttura meravigliosa senza eguali in Europa”.

Era nell’aria dallo scorso anno. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è rappresentata dalle lacune emerse durante il live di chiusura, quello di Ben Harper del 9 agosto, con 5mila spettatori. “Hanno causato disagi in particolare alle persone disabili, in contrasto con la nostra ‘policy’ che da sempre riserva loro la massima attenzione – spiega Palmas -; facciamo ammenda, ci scusiamo e assumendoci la responsabilità dobbiamo sottolineare come le carenze organizzative siano conseguenza delle criticità economiche e logistiche che tuttora, nonostante i poderosi sforzi compiuti negli ultimi sette anni, impediscono a questa struttura, di svilupparsi come meriterebbe”.

Al centro della polemica c’è quella che Sardegna Concerti definisce una ‘incompiuta’. Nato dal pluripremiato progetto di recupero ambientale attuato oltre 15 anni fa dalla Regione – spiega Massimo Palmas – “il Parco dei Suoni, ex cava arenaria, è un luogo di grande fascino apprezzato dal pubblico e dagli artisti che hanno calcato questo palco, Negramaro, Carmen Consoli, Max Gazzè, per citarne alcuni. In questi anni la pubblica amministrazione non ha fatto nulla per migliorarla e dotarla dei servizi essenziali, parcheggi riservati alle persone con disabilità, palchi, illuminazione, viabilità sicura, segnaletica orizzontale”.

Sardegna Concerti parla di una “decisione sofferta”, rinviata fino alla conclusione del concerto di chiusura, quello dell’artista statunitense per non deludere le aspettative dei fan. “Abbiamo fatto tanti sforzi, sostenendo costi elevatissimi – lamenta Palmas – ma non sono serviti a migliorare la situazione: organizzare un concerto a Riola comporta ancora oggi costi proibitivi. A peggiorare la situazione, impedendo di fatto qualunque tentazione di affrontare ulteriori sacrifici, ci ha pensato la Regione che non ha saldato i contributi dello scorso anno e solo pochi giorni fa ha reso noti gli importi per quelli dell’anno in corso. Un ritardo inaudito che ha messo a tappeto chi lavora con lo spettacolo dal vivo già fortemente provato dalla pandemia”.

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