Quando la musica abbraccia il territorio: artisti e artigiani per ‘Identidade Ninnìa’

Un documentario per raccontare l’abbraccio magico tra la musica e le tradizioni, tra gli artisti e gli artigiani e i luoghi. È questo il senso di ‘Itdentidade Ninnìa’ che racconta l’edizione del 2020 di Pedras et Sonus – Jazz Festival. Il lavoro è stato ideato da Zoe Pia, musicista di Mogoro e direttrice artistica della manifestazione, con la collaborazione di diversi artisti tra cui Paolo Fresu, Paolo Angeli, Francesco Piu e Njamy Sitson. Il documentario ritrae i protagonisti della passata edizione e focalizza l’importante legame tra musica e tradizione, elemento peculiare di tutta la manifestazione. Nelle immagini del regista Alberto Gambato (che ha curato anche il montaggio) si susseguono il cantante camerunense Njamy Sitson, il bluesman sardo Francesco Piu, la cantante Francesca Corrias, il pianista Roberto De Nittis, la Crazy Rambler Hot Jazz Orchestra, la Big River Marching Band e la Mogoro Marching Band.

Particolare attenzione è dedicata alle vetrine sonore, peculiarità della rassegna, che hanno visto tra i protagonisti le due famiglie Mandis dell’artigianato artistico di Mogoro (Carlino Mandis Su Maistu de Linna e Alberto Mandis Artista del Legno), Maestrodascia e le sue creazioni faunistiche lignee, Su Trobasciu e l’arte femminile della tessitura su telaio, l’artigiana designer Alessandra Curreli, lo street artist Andrea Casciu e gli innesti narrativi dell’archeologa Giulia Balzano del Museo dell’Ossidiana di Pau. I sottotitoli in inglese sono stati curati dalla madrelingua canadese Danila Patricia Fiordelmondo.

Il festival ha una formula itinerante e propone il suo cartellone tra i comuni di Gonnostramatza, Masullas, Mogoro, Simala, Pompu, Siris e una tappa nel Comune di Pau (in provincia di Oristano) e nelle precedenti edizioni ha ospitato artisti del calibro di Antonello Salis, Mauro Ottolini, Karima, Baba Sissoko, Francesca Corrias, Njamy Sitson, Francesco Piu, Bebo Ferra, Gavino Murgia, Roberto De Nittis, Nilza Costa e Ada Montellanico, tra i tanti, confermando la sua presenza tra gli eventi di rilievo nell’estate isolana.  Marchio di fabbrica del festival è l’originale formula in cui musica ed eccellenze dell’artigianato locale dialogano alla ricerca di paesaggi sonori e originali commistioni artistiche tra poli museali, chiese, centri storici, e suggestivi scorci naturalistici. E proprio da Zoe Pia è nata l’esigenza di raccontare il festival attraverso un documentario, per tramandarne l’essenza attraverso la propria voce e quella di artisti del calibro, tra gli altri, di Paolo Fresu e Paolo Angeli, musicisti di caratura internazionale e direttori artistici di due realtà riconosciute a livello mondiale, come il festival Time in Jazz e Isole che Parlano.

La manifestazione rivolge una particolare attenzione al coinvolgimento attivo delle nuove generazioni di bambini e ragazzi e delle nonne, attraverso laboratori specifici (sensibilizzazione all’arte del riciclo, all’utilizzo della lingua sarda, allo sviluppo di valori di rispetto reciproco), oltre che alla valorizzazione dell’arte in ogni sua molteplice accezione, in costante dialogo con le varie e innumerevoli realtà locali.

“La cultura non si ferma: questo è stato il motto degli operatori dello spettacolo che hanno lavorato duramente durante la pandemia che ci ha travolti”, racconta Zoe Pia. “Io e tutte le persone che hanno sostenuto l’edizione 2020 del Pedras et Sonus Jazz Festival siamo orgogliosi di aver tenuto fede alla nostra missione e aver contribuito a sostenere il vento che riportasse la luce e il sole dopo mesi di grande sofferenza. Con Identidade Ninnìa, grazie alla preziosa collaborazione con il regista e filmmaker Alberto Gambato, si è lavorato per raccogliere la grande espressività che si cela dietro maestri dell’arte artigiana e della musica di ieri, oggi e domani. Sono molto felice di poter presentare questo lavoro proprio nel giorno del webinar che terrò per l’Università di Cagliari – Laurea Magistrale in Produzione Multimediale, al quale sono stata invitata dalla sociologa Clementina Casula e tramite la quale è nata una collaborazione tra l’Associazione Pedras et Sonus e la stessa Università degli Studi di Cagliari che si concretizzerà già dalla prossima edizione del festival. Per il 2021 la volontà e il desiderio di continuare a far vivere il Pedras et Sonus Jazz Festival ci sono. Ci auguriamo di spegnere le quattro candeline del progetto con un programma artistico di ampio raggio, un coinvolgimento e una promozione del territorio della Marmilla, una tessitura sempre più inclusiva che contribuisca alla crescita culturale ed esperienziale della società, con particolare riguardo alle giovani generazioni.”

Parte Montis o Montangia è la denominazione medievale di una delle curatorìe o encontrade del Giudicato di Arborea: una sorta di provincia amministrata dal Curator. Si trattava di una subregione costituita da piccoli paesi, le Ville, governate ognuna da un Majore de Villa. Questa antica suddivisione geografica e politica è rimasta per certi versi inalterata per molti secoli e oggi a capo di quei villaggi ci sono i sindaci. Nel 2007 nasce l’Unione dei Comuni di Parte Montis, (Gonnostramatza, Masullas, Mogoro, Pompu e Siris), nel 2017 entra a far parte dell’Unione il Comune di Simala. Sei Comuni della provincia di Oristano che uniscono le proprie risorse manifestando l’interesse a rafforzare un patrimonio culturale, storico, naturalistico e paesaggistico che si esprime appieno solo con una visione e un progetto unitari. Caposaldo dei nuovi amministratori è il recupero dell’identità, della memoria storica, come solida base per costruire il futuro. Cancellando i confini comunali si giunge a concepire l’unicità di un territorio dove usanze, cibi, produzioni artistiche, chiese e nuraghi, si fondono nel paesaggio in stretto rapporto con la natura. Questo è lo spirito dell’Unione, riscoprire preziose eredità sepolte e aprire nuovi orizzonti di sviluppo socio-economico.

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