Prima settimana del ‘Respiro’, festival di Sardegna Teatro tra soggettività ai margini e relazione col paesaggio

Una edizione che “rinnova l’attenzione nei confronti del paesaggio, come conversazione del vivente con tutto quello che lo anima” dice Giulia Muroni, direttrice artistica del Respiro. Nomen omen: la parola scelta per identificare il festival organizzato da Sardegna Teatro “impegna tutti gli esseri viventi, dentro un legame di reciprocità costante” e quell’idea di relazioni, legami è connaturata al progetto. Mercoledì 19 giugno inaugura la prima settimana di performance, spettacoli e appuntamenti di un festival “nomade” che porta a Cagliari alcune realtà nazionali e internazionali in grado di sperimentare su formati, linguaggi e temi. “Partiamo da una relazione profonda coi territori, i luoghi e le comunità che li abitano – spiega Muroni – e questa edizione va in fondo non solo in questo sguardo sull’ambiente come vivente ma restituisce anche una attenzione forte verso le soggettività ai margini. Dire ‘queer’ significa non rassegnarsi al soggetto unico, maschile e abile ma proporre soggettività diverse, anche in senso geografico”.

Ad aprire il programma il 19 giugno è La città che cammina di DOM-, una performance di paesaggio, un viaggio a piedi di circa quattro ore per 18 spettatori e spettatrici alla volta. Ispirandosi al capolavoro del mangaka giapponese Jiro Taniguchi, DOM- costruisce una drammaturgia di spazi per addentrarsi sempre più profondamente nel groviglio delle città e lasciare che l’esperienza viva del cammino sia il pretesto per un corpo a corpo con il reale. Partendo dalla Stazione in piazza Matteotti dal 19 al 22 giugno DOM- attraversa Cagliari dal centro alle periferie, invita un gruppo di artisti e abitanti a essere i protagonisti dello spin-off cagliaritano, e a raccontarsi per le strade delle città in cui vivono.  “Il 21 giugno c’è il ritorno molto atteso di un gruppo performativo storico, Motus”, racconta Muroni, “con lo spettacolo Mdlsx ispirato al romanzo di Eugenides, un lavoro in grado di riflettere sulle tematiche dell’identità queer in modo potentissimo”.

Mdlsx è ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al gender b(l)ending, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria. Ed è verso la fuoriuscita dalle categorie – tutte, anche artistiche – che Mdlsx tende. 

La serata del 21 giugno prosegue con Industria indipendente, un collettivo di arti performative e visive fondato da Erika Z. Galli e Martina Ruggeri, che presenta Superorganismo. Partendo dalla domanda: “Possiamo essere un superorganismo: un corpo unico fatto di più corpi?”, Industria indipendente immagina un unico corpo dentro il quale le persone possono esprimere le proprie identità multiple, nel rispetto di quelle altrui e dello spazio in cui si muovono. In Superorganismo alla relazione intima, carnale, essenziale e eternatrice del tatuaggio si affianca l’elemento sonoro dell’ascolto e del movimento, tracciando linee e possibilità. Ogni apparizione di Industria Indipendente plasma una dimensione differente, attivando e intrecciando di volta in volta scrittura e performatività e dove la pratica del tatuaggio e della trasmissione di saperi si mescola alla musica live e ai dj-set. L’evento è inserito nel programma nazionale ufficiale della Festa della Musica 2024 e sarà accompagnato da food e beverage a cura di Rainbow City Bar. 

In scena sabato 22 e domenica 23 presso Sa Manifattura, arriva Cristina Kristal Rizzo, artista che produce oggetti coreografici a metà strada tra i linguaggi della performance, della danza e delle arti visive e con cui Sardegna Teatro dialoga da molti anni. In questa occasione Rizzo presenta Monumentum DA: una dedica alla singolarità di Diana Anselmo,  performer e artista visivo Sordo. La creazione si configura come un racconto, un movimento del corpo al corpo, che intende amplificare e dare spazio alle possibilità intrinseche della lingua dei segni, lingua per lungo tempo resa estranea e aliena dai processi di potere fonocentrici, processi che hanno tentato di abolirla nel corso della storia, lingua viva, corporea, umana, che non parla di margini ma di nuove forme. Il lavoro è accessibile a tutti e tutte, contenendo nella sua forma le possibilità di essere fruito da un pubblico udente e da un pubblico sordo. 

Entrambe le serate continuano presso il Mercato Cuore con Parini Secondo, collettivo che nasce nel 2017 da un’idea di Sissj Bassani e Martina Piazzi e coinvolge le danzatrici Camilla Neri e Francesca Pizzagalli, che arriva per la prima volta in Sardegna e presenta Speeed, un progetto coreografico e musicale ispirato al fenomeno della Para Para e dell’Eurobeat, diffusosi negli anni ‘90 nei club di Tokyo. La Para Para è uno stile di danza con un’estetica coloratissima, in cui complesse combinazioni gestuali descrivono la sovraeccitazione caffeinica della musica Eurobeat. Partendo dallo studio di video-tutorial, Speeed prende forma adattando sequenze coreografiche dell’epoca alla musica originale scritta da Alberto Ricca/Bienoise. Speeed è un lavoro mimetico perchè copia fedelmente la sua fonte d’ispirazione: le danzatrici in scena, circondate e illuminate da automobili da tuning che suonano dell’Eurobeat a volume altissimo, stimolano il pubblico all’azione, in una centrifuga di puro e genuino entusiasmo. 

Sabato 22 inoltre vede affacciarsi nella programmazione di Respiro #4 la prima artista del gruppo di Creative Campus, l’accademia del Mediterraneo dedicata alla formazione e alla ricerca nelle arti performative, sostenuta dal Ministero della Cultura e gestita da Sardegna Teatro. Nei giorni di Festival questə artistə presenteranno i primi esiti delle loro ricerche frutto del processo di formazione innescato nei mesi precedenti, guardando alle nuove ecologie e alle sinergie artistico-culturali con l’area del Mediterraneo. 

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