Poesia sempre più di casa a Seneghe: dopo il Cabudanne arriva la ‘Domo’

La sede è un’antica casa padronale eredità di un archeologo che la comprò negli anni Cinquanta del Novecento, nel periodo degli scavi di Cornus nel Montiferru. Ovidio Addis, nato a Teulada, si era innamorato di Seneghe e aveva deciso di trasferirsi a vivere in paese fino a diventarne il sindaco nel 1964, appena due anni prima della morte. Quest’anno Casa Addis ha conosciuto una seconda (o terza) vita ed è diventata ufficialmente la Domo de sa poesia, nuovo spazio culturale che si pone un obiettivo ambizioso: quello di proporre eventi culturali tutto l’anno e non limitarli solo alle giornate del Cabudanne de sos poetas, il festival diventato ormai uno dei tratti più distintivi del paese montiferrino. Quest’anno il Settembre dei poeti taglia il traguardo delle quindici edizioni e il percorso di avvicinamento sarà scandito dai numerosi appuntamenti programmati all’interno della Domo. “Cerchiamo di portare avanti una programmazione di alto livello per valorizzare la poesia ma anche altre forme d’arte”, racconta Luca Manunza, presidente di Perda sonadora, associazione che organizza il festival, e responsabile della Domo. “Con la sola poesia è difficile attrarre un numero alto di persone, quindi l’idea è quella di offrire accanto ad essa, che comunque deve rimanere centrale, una serie di attività collaterali, mischiando i linguaggi, facendoli incrociare. In questo modo magari chi arriva per ascoltare un concerto prima può partecipare a un incontro sulla poesia in lingua sarda”.

Inaugurazione (foto di Stefano Flore)

I fondi per avviare il progetto sono arrivati grazie al bando regionale Domos de sa cultura, destinato alle imprese del settore culturale e creativo e promosso con due obiettivi: il primo, quello di realizzare prodotti e servizi tecnologici in grado di valorizzare e promuovere il patrimonio culturale immateriale di un territorio; l’altro, quello di rivitalizzare spazi a vocazione culturale. La società Terra de punt di Tore Cubeddu – giornalista seneghese e vicepresidente di Perda sonadora – è riuscita a ottenere un finanziamento di 120mila euro per avviare il progetto. I fondi sono serviti non solo per trasformare e allestire gli spazi di Casa Addis e dotarli di tutto ciò che serve, ma anche per la programmazione culturale nell’arco di almeno sette mesi di vita della Domo.

Anteprima (Foto di Luca Piu)

Gli interventi all’interno della casa hanno consentito di trasformare gli spazi e valorizzarli in funzione delle varie attività culturali che si vogliono portare avanti. C’è uno spazio destinato ad area polifunzionale, dove vengono organizzati incontri, dibattiti, piccoli concerti, proiezioni; uno per le mostre; un’area per la segreteria organizzativa del festival; una libreria dedicata alla poesia, in fase di allestimento (“ci sono già 300 volumi di Einaudi poesia, diversi anni di raccolta della rivista Poesia di Crocetti, alcune collezioni di poesia sarda arrivate grazie a un nostro caro amico e socio, e a breve arriverà una collezione di S’Ischiglia, rivista di poesia sarda”); una stanza per la realtà aumentata, realizzata in collaborazione con un’azienda di comunicazione nuorese (Inoke), che sarà dotata di caschetti vr con cui sarà possibile guardare interviste, riprese in 3d e così via, “per fare una esperienza immersiva nel mondo della poesia ma anche in tutto ciò che riguarda il paese: il carnevale, le aree nuragiche, le attività produttive”; e poi un’area esterna, il cortile, che sarà dotato di palco e dove si terranno concerti e incontri con autori.

Oggi è in programma il quarto appuntamento all’interno di Domo e i contenuti danno un’idea dell’approccio eclettico e multidisciplinare del progetto. Innanzitutto una mostra coi lavori della fotografa Francesca Corriga. Si tratta – si legge nella presentazione – di “una serie di provini in bianco e nero, un viaggio personale, dal caos al cosmo, una collezione di piccole parti che per lungo tempo non sono riuscite a trovare la giusta collocazione”. Poi un incontro sui “gosos al centro della storia religiosa e culturale del popolo sardo”, con Luciano Carta, Mario Cubeddu e Maurizio Virdis che affronteranno i vari aspetti del tema in relazione a raccolte di laudi sacre da loro curate (con la partecipazione de su Cuntrattu de Seneghe di Antonio Maria Cubadda). Alle 21 il poeta cagliaritano Andrea Melis presenta e legge il suo libro pubblicato da Feltrinelli, “Piccole tracce di vita: Poesie urgenti”. Chiude la serata il concerto dei Malasorti, progetto musicale tra dub, poetiche sarde e influenze eterogenee, nato dall’incontro tra il produttore elettronico Francesco Medda Arrogalla, dal cantante Emanuele Pittoni e dal trombettista Francesco Bachis. A Domo de sa Poesia presenteranno il loro primo album ufficiale, “S’ArdiCity”.

Durante il primo appuntamento è stato presentato il volume “Poetas Seneghesos”, excursus su 150 anni di poesia seneghese a cura di Mario Cubeddu, Salvatore Cubeddu, Boricheddu Trogu, Antonio Luchesu. In programma nei prossimi mesi ci saranno ancora mostre, concerti e incontri. Il 16 marzo un incontro dedicato a Paolo Pillonca, il 22 Phill Reynolds in concerto. Il 19 e 20 marzo la mostra dell’illustratore Carlo Giambarresi, i concerti di Comaneci e Gionata Mirai e il dj set di Sknt. A maggio invece ci sarà il laboratorio di poesia con Mariangela Gualtieri e la presentazione della rivista Poesia con Nicola Crocetti. Gli appuntamenti andranno avanti fino ad agosto, lasciando spazio poi alla programmazione del Cabudanne.

Mostra Massimiliano Picconi (Foto di Stefano Flore)

Il progetto ha un duplice valore legato al territorio. “Vuole essere anche un banco di prova per la formazione di ragazzi che hanno voglia di fare questo nella vita: organizzare eventi culturali e tutto quello che è connesso”, racconta Manunza. “Una esperienza lavorativa anche per chi vuole tornare nell’Isola. Ad esempio, le nostre mostre sono curate da Luca Pinna, ragazzo seneghese che da anni lavora come allestitore alla White Cube di Londra. Il logo è stato disegnato dal grafico Nicola Lotta, anche lui seneghese. In più la cultura ha una ricaduta importantissima sul territorio: crea professionalità e alimenta microeconomie”.

Andrea Tramonte

(La foto di apertura è di Stefano Flore)

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