Ventitré minuscole istantanee in cui il fotografo Paolo Marchi raccoglie l’odore dei ricordi della casa di Alberta, dimora storica dell’Ottocento, in terra cruda. Gli scatti, quasi un reportage, si susseguono raccogliendo angosce e accigliate cicatrici, ma anche oggetti e composizioni che assolvono al bisogno di rappresentare lo scorrere del tempo. Il reportage è poi consegnato da Paolo Marchi nelle mani dell’artista algherese Narcisa Monni, la quale interviene sugli scatti con la pittura creando un racconto fantasmagorico.
Le opere sono ora in mostra alla Galleria Macca a Cagliari, a cura di Efisio Carbone, direttore artistico del Museo Macc. La mostra, Capitolo primo, sarà visitabile dal 19 novembre al 23 dicembre, ogni martedì, giovedì e venerdì dalle 18 alle 20, o su appuntamento.
“La pittura di Monni agisce da commentario al progetto fotografico di Marchi – spiega Carbone -, come la postilla a margine di un prezioso manoscritto che sottolinea e approfondisce il valore di una locuzione. Ne deriva un racconto multilivello dove i linguaggi fotografico e pittorico si sovrappongono creando paradossi intenzionali volti a catturare l’anima di un luogo. Accade che la pittura sia più rapida della fotografia, che l’elemento sottolineato dal colore sia il meno evidente, che le cose sappiano di pittura e la pittura di cose. Un gioco sottile, interessantissimo, che ovviamente funziona esclusivamente grazie alla sintonia tra i due artisti in un generoso scambio di valori molti dei quali restano segreti, comprensibili soltanto a loro”. La Casa di Alberta è il capitolo primo di una serie di opere a quattro mani il cui compito sarà quello di raccontarci l’identità di altri luoghi.