Le miniere dell’Argentiera tornano a vivere come luogo di cultura. Il rilancio tra architettura e street art

Andrea Tramonte

Le miniere sono praticamente incastonate di fronte al mare alla fine di due piccole valli nella cala di San Nicolò. All’Argentiera – tra Sassari e Alghero – fino agli anni Sessanta si estraevano minerali di piombo e zinco ricchi di argento, poi nel corso del tempo le strutture sono andate pressoché in disuso. Alcuni edifici sono diroccati e intorno alle miniere vi abitano ancora poche famiglie di contadini. Un sito di archeologia industriale bellissimo ma dal futuro incerto. Almeno fino a poco tempo fa, quando si è dato vita a un intervento di rigenerazione urbana che aveva l’obiettivo di rivitalizzare il complesso, dandogli nuova linfa. Il borgo così è tornato a vivere: un’area abbandonata si è trasformata in uno spazio pubblico dedicato alla cultura, alla socialità e alla condivisione.

Foto di Ettore Cavalli

Una parte del progetto è stata inaugurata questo mese e si chiama la “Scala” – nell’ambito di “Mar – Miniera Argentiera. The unlimited place -, selezionato tra 1.563 candidature in tutta Italia e vincitore della terza edizione del premio “Creative living lab“, promosso dal ministero della Cultura per il sostegno di progetti multidisciplinari e di innovazione sociale. La “scala” – nello specifico – è una struttura in gradoni costruita in legno e arricchita dagli interventi pittorici di Tellas, al secolo Fabio Schirru, uno street artist sardo di fama internazionale. “La scala – spiega l’architetta Paola Serrittu dell’associazione Landworks, che da anni lavora nella rigenerazione del borgo – è pensata come un semplice gesto, una linea di raccordo che crea spazialità e mette in armonia lo spazio per le sedute, il grande vuoto e le quinte scenografiche degli edifici storici”. Il lavoro è frutto di uno sforzo collettivo che ha visto all’opera la comunità, numerosi volontari, gli studenti del dipartimento di Architettura, design e urbanistica e giovani professionisti locali e internazionali, che hanno animato il cantiere in un clima di confronto e condivisione con artisti e creativi. “Il nuovo spazio – prosegue Serrittu – è “animato” da opere d’arte pubblica e di animazione digitale in realtà aumentata, da eventi e spettacoli culturali, da eventi sportivi e ricreativi, portando il contemporaneo nelle sue molteplici declinazioni artistiche con risonanza internazionale”.

L’obiettivo è quello di restituire spazi che sembravano destinati ad andare in rovina alla comunità e i visitatori, trasformandoli in luogo di diffusione della cultura, tutto l’anno. Per iniziare questo lavoro ci sono voluti trenta giorni di cantiere, il coinvolgimento di un centinaio di volontari, in un’opera partecipata che ha reso possibile trasformare un’area di 500 metri quadri in uno spazio vivo, in grado di guardare al futuro. Lo spazio è situato sulla strada che dalla piazza principale porta al mare ed è affacciato sulla Laveria, trasformata in un anfiteatro all’aperto dedicato alla cultura e in grado di accogliere mostre e conferenze, laboratori e residenze artistiche, spettacoli teatrali e rassegne cinematografiche, feste e concerti. Il progetto è reso possibile anche grazie alla collaborazione con Sardegna Teatro e Sardegna Film Commission. (La foto di apertura è di Andrea Maspero)

Andrea Tramonte

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