È considerato il più grande interprete vivente della musica delle launeddas, lo strumento a fiato simbolo della musica tradizionale sarda. Luigi Lai oggi ha novant’anni e il 14 febbraio ha ottenuto una soddisfazione enorme: quella di ricevere una laurea ad honorem all’Alma Mater a Bologna in quanto depositario di un patrimonio di tecniche, conoscenze e ricordi che ha accumulato in decenni di pratica inesausta e costante. È la prima volta, non solo in Italia, che viene attribuita una laurea ad honorem a un musicista orale: un fatto a modo suo storico, una enorme soddisfazione per un musicista che ha dedicato la sua vita alle launeddas. Peccato solo che non ci abbiano pensato prima le università sarde.
Dopo i saluti del rettore Giovanni Molari, il professor Domenico Staiti ha pronunciato la Laudatio; a seguire il direttore del Dipartimento delle arti, Giacomo Manzoli, ha esposto le motivazioni della laurea in Discipline della musica e del teatro. Poi Luigi Lai ha tenuto una lezione magistrale sulla musica delle launeddas, eseguendo parti del repertorio.
Ma non solo: diversi esponenti della musica e della cultura in Sardegna sono stati invitati a Bologna per celebrarne la statura, con un concerto omaggio insieme al professor Ignazio Macchiarella (Università di Cagliari), col regista Gianfranco Cabiddu e con Paolo Fresu e i musicisti di Sonos e memoria (Elena Ledda, Mauro Palmas, Gavino Murgia, Federico Sanesi, Marcello Floris).
Luigi Lai è nato nel 1932 a San Vito, dove ora risiede. Si appassiona delle launeddas all’età di otto anni dopo aver sentito un pastore suonare le “sonus de canna” nelle campagne di Minderrì a San Vito. Quel momento è stato folgorante e l’inizio della sua lunga carriera. Si dedica costantemente alla cura delle launeddas: a costruirle e a suonarle; divulgarle da solo nei paesi vicini a San Vito, senza che nessuno lo abbia invitato. Non solo launeddas nella sua carriera, ma anche fisarmonica e sax, quest’ultimo strumento studiato all’Accademia di Zurigo per quattro anni, durante il periodo di permanenza in Svizzera, dall’età di 26 anni fino all’età di 41.