La fuga improvvisa dalla propria terra per scappare al regime nazista e la speranza di riuscire a ritrovare in una delle tappe del viaggio indumenti e accessori. Storie di persecuzione subite dagli ebrei che si ritrovano negli oggetti della mostra ‘Bagagli in sospeso – Ausstehendes Gepäck. Ebrei in transito dall’Idroscalo di Porto Conte’, allestita ad Alghero per la seconda volta. Infatti, nel dicembre del 2021, gli oggetti erano stati presentati al pubblico, ricevendo il plauso anche dalla senatrice Liliana Segre.
L’esposizione raccoglie i bagagli spediti dalle famiglie ebree con l’obiettivo di recuperarli in un secondo momento dopo la fuga dal regime di Hitler. Molte di queste valigie hanno transitato per l’idroscalo di Porto Conte e sono rimaste perdute per anni. La loro scoperta ha fatto nascere l’idea, allo studioso e scrittore Massimiliano Fois e all’artista Valentina Piredda-Sardinia, di riproporre l’iniziativa che testimoni la solidarietà umana. Anche la Sardegna ha sfidato i regimi aiutando le persone che fuggivano dalle persecuzioni.
È stato possibile ricostruire quanto accadde grazie ai racconti del personale dell’idroscalo di Porto Conte e della compagnia aerea, testimoni del fatto che alcuni voli, alla fine degli anni Trenta, avessero fatto viaggiare famiglie ebree per permettere loro di fuggire. All’interno di una cassa da viaggio, sono stati ritrovati alcuni indumenti, tutti appartenenti a una famiglia in fuga e su un cappottino tutti i bottoni hanno cucita la Stella di David.
Questa cassa è rimasta per anni in una cantina del centro storico algherese e poi nel box di un cavallo in un’abitazione in campagna. Non è stato possibile risalire ai proprietari e quindi rimane sconosciuto il loro destino e il perché la cassa sia rimasta in Sardegna. La maggior parte delle persone che passavano nell’Isola venivano da Budapest e Vienna, passando per Roma. La tappa all’idroscalo di Porto Conte precedeva il viaggio verso la Spagna per poi raggiungere, partendo dal Portogallo, il Sud America. L’esposizione è stata arricchita con altri due bagagli ritrovati nella stessa cantina nella quale erano conservati dal 1938.
L’esposizione può essere visitata fino al 10 aprile, e oltre ad avere il sostegno del Comune di Alghero e della Fondazione Alghero è parte del progetto ‘Austriamentis 2021/22’ a cura di Valentina Piredda-Sardinia.