C’è un terzo della popolazione mondiale che vive, come i loro antenati hanno fatto per millenni, in abitazioni costruite in terra cruda. E non sono solo i paesi del sud del mondo a mantenere viva questa millenaria tecnica costruttiva. Anche Stati Uniti, Germania e i paesi nordici hanno da tempo iniziato a valorizzare questo materiale, particolarmente vantaggioso sotto il profilo energetico per la bassa sensibilità alle variazioni climatiche del caldo e del freddo esterni, grazie all’elevata inerzia termica propria della terra.
La Sardegna occupa un posto speciale in questa contesto. Le case di Làdiri del Campidano sopravvissute alle demolizioni del dopoguerra sono il più importante patrimonio edilizio in terra cruda italiano e, forse, europeo. Testimoni di una tradizione architettonica di grande valore storico, sociale ed ambientale.
Ora, dopo aver accolto le nostre radici e la nostra storia, la terra prova a diventare ponte culturale fra popoli e risorsa turistica da sviluppare. L’Associazione Nazionale Città della Terra Cruda, in collaborazione la rete dei comuni del progetto CIVIS (Serrenti, Serramanna, Samassi, San Gavino Monreale, Pabillonis, Gonnosfanadiga e Arbus), promuove, dal 28 novembre al 1 dicembre 2013, la Conferenza Internazionale ITINERARI D’EUROPA – LE CASE IN TERRA CRUDA.
Si inizia il 28 novembre al Teatro Massimo di Cagliari per proseguire a il 29 e il 30 a Donori La conferenza, che ospita esperti di numerosi paesi europei, sarà affiancata da un ricco programma di eventi come mostre fotografiche, cortometraggi, documentari, e la presentazione e degustazione di prodotti tipici.
Conclusione domenica 1 dicembre con visite alle case di terra del Parteolla: Barrali, Soleminis e Dolianova. Il programma completo è disponibile cliccando QUI.
Obiettivo di questa conferenza internazionale è la divulgazione e la condivisione delle migliori esperienze locali, nazionali ed internazionali sviluppatesi nell’ambito della costituzione di percorsi turistici e culturali a partire dalle architetture in terra cruda, finalizzate alla creazione ed alla gestione dell’itinerario turistico culturale “Le Città della Terra” tra i comuni del Campidano partecipanti.
Il ritorno alla terra cruda e alla valorizzazione del patrimonio architettonico non è arcaismo o sopravvivenza folcloristica, ma ha ragioni che risiedono nella salvaguardia dell’ambiente e riguardano la qualità della vita delle persone. Si tratta di una filosofia legata alla riscoperta dei caratteri di sostenibilità dell’architettura tradizionale alla luce delle tecnologie disponibili.
Provando magari a ricreare quel mirabile equilibrio fra natura, vita e casa, fatalmente spezzato con il disordinato sviluppo edilizio che ha caratterizzato il nostro dopoguerra.
Enrico Pinna