‘Isole che parlano’ tra tradizione e innovazione con White, Xylouris e i Tenores

Si parte sabato 9 settembre dal mattino alle 11.30 alla Chiesa campestre di San Giorgio a Palau dove Jim White e Georgios Xylouris – in arte Xylouris White – sono protagonisti del consueto incontro di approfondimento, quest’anno dedicato alla relazione tra Tradizione e Post-rock. Alle 12.45, è il momento de Il primo canto affidato alle voci dei Tenore Sant’Antoni de Lodè e Tenore Tilariga de Bultei, seguito dall’aperitivo campestre e la degustazione di prodotti enogastronomici tipici sardi.

La programmazione riparte alle 17 con Di Granito. XII edizione, musiche tradizionali tra sacro e profano, con la processione lungo i sentieri che conducono a Capo d’Orso. Protagonisti di questo emozionante appuntamento, che tocca uno dei luoghi più significativi e affascinanti del Festival, sono i Tenore Sant’Antoni de Lodè e i Tenore Tilariga de Bultei che si alterneranno nell’omaggio a Pietro Sassu e Mario Cervo, due delle figure più autorevoli della storia della musica sarda. Di Granito è realizzato con il patrocinio dell’ISRE e in collaborazione con l’Archivio Mario Cervo e Itinere s.n.c.

In serata, a partire dalle 21.30 a Palau, è, invece, piazza Fresi a ospitare i due concerti attesissimi che chiudono il penultimo giorno di Festival. La violinista ceca Iva Bittová, regina delle musiche innovative, sul palco con Vladimir Václavek per il progetto Bílé Inferno e, a seguire, Xylouris White, il duo in cui la musica di Creta interpretata dal liutista Georgios Xylouris, una delle figure più importanti della tradizione, incontra la pulsione di Jim White, uno dei batteristi rock di spicco della scena australiana, che ha all’attivo collaborazioni con PJ Harvey, Nick Cave, Cat Power e molti altri.

Sono passati vent’anni dalla pubblicazione di Bilé Inferno (Inferno Bianco) doppio album che nel 1997 ha decretato il successo definitivo di Iva Bittová e Vladimir Václavek, la cui collaborazione ha inizio nella punkrock band Dunaj, di cui quest’ultimo è il bassista. È l’essenzialità della dimensione chitarra, violino e voci che rappresenta il vero punto di innovazione del progetto. Il duo si muove per contrasti, con la voce baritonale e la chitarra acustica di Václavek, ancorata a una rigorosa esecuzione con fraseggi minimali e, in contrappunto, l’estrosità del violino e della voce di Bittová, che forza gli ambiti alternando pennellate nervose, testi parlati e melodie riconducibili alla tradizione della Moravia e al mondo della sua infanzia.

Georgios Xylouris, figlio del leggendario cantante e suonatore di lira Psarandonis, e l’australiano Jim White, pirotecnico batterista dei Dirty Thtree, portano in concerto l’album Black Peak, un’opera di avant folk nomade e caleidoscopico, ispirato ai grandi spazi e frustato dal vento, un compendio prezioso di canzoni ruvide e fiere, innervate da una tradizione fluida e in movimento, che proprio nel live dà il meglio di sé con l’andamento minimale e circolare del laoud e il canto greco di Xylouris che trovano un perfetto contrappunto nel drumming spezzato e para-jazzistico di White. Il concerto di Xylouris White a isole che Parlano è realizzato in collaborazione con Ass. NoArte paesemuseo e EGG Concerti.

Nella foto Xylouris White, di Manolis Mathioudakis.

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