In un libro i menù delle tradizione sarda. Nella raccolta anche le ricette del ‘700

La burrida campidanese, su filindeu e i culurgionis del Nuorese e dell’Ogliastra, la fainé e la zimminata del sassarese, i mostaccioli di Oristano. Sono solo alcune delle 100 ricette contenute nel volume “Cibo identitario della Sardegna – Territori, tipicità e tradizionalità in cucina” e delle 350 dell’omonimo ebook, in cui si raccontano le tradizioni culinarie delle cinque macroaree dell’Isola.

Un volume prodotto dall’Istituto superiore regionale etnografico (Isre) e curato dall’antropologa Alessandra Guigoni con la collaborazione di Franca Rosa Contu e Serafina Tandeddu e con l’apporto fotografico di Arianna Giuntini. “È un progetto che nasce nell’ottica di una conservazione di un bene prezioso: la nostra memoria enogastronomica – ha spiegato il presidente dell’Isre Giuseppe Matteo Pirisi durante la presentazione a Nuoro del volume – Il risultato recupera un ricettario con gli ingredienti delle pietanze sarde più prelibate, garantito dal bollino di qualità apposto dall’Isre, che non solo rivela i segreti della cucina sarda, ma finalmente ne spiega i significati antropologici. Un progetto che vuole essere non solo un libro da pubblicare ma un volano per l’economia sarda che deve camminare sulle gambe dei ristoratori e dei produttori, attraverso le pietanze proposte in menù certificato”.

L’ebook contiene la ricerca integrale delle 350 ricette, di cui una cinquantina storiche del ‘700, ‘800 e primi ‘900, mentre il volume racconta un centinaio di pietanze. “Il ricettario è stato costruito attraverso mesi di interviste e questionari alle anziane e agli anziani – ha sottolineato Guigoni – in alcuni casi depositari di saperi e di pratiche culinarie molto importanti: oltre ad avere infatti una valenza culturale si prestano a una valorizzazione in chiave di turismo gastronomico. Con la formula del bollino si può pensare ad un tour enogastronomico alla scoperta del pilau di Calasetta, dei mostaccioli di Oristano, dei vuvusones delle Baronie, del biancomangiare di Alghero, della burrida di Cagliari e via dicendo”. Nel libro non mancano le citazioni letterarie, a partire da Grazia Deledda, per un tuffo nella memoria storica della Sardegna.

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